venerdì 29 settembre 2017

Sull'essere indegni

Un predisente della repubblica che parla contro il proprio paese, è un presidente indegno di ricoprire una carica del genere.

Mattarella: “No ad un ritorno alla sovranità nazionale”. È bufera: “Parla contro la Costituzione”

È il tema della sovranità a tenere banco in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dei Trattati di Roma. Per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «nessun ritorno alle sovranità nazionali potrà garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, benessere e prosperità». «Nessun Paese europeo, da solo, potrà mai affacciarsi sulla scena internazionale con la pretesa di influire sugli eventi, considerate le proprie dimensioni e la scala dei problemi», ha aggiunto il capo dello Stato, durante la cerimonia a Montecitorio per il sessantesimo del trattato con cui sono state istituite la Comunità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica, gettando le basi per l’attuale Unione.
 
Meloni: «La nostra sfida è quella della sovranità»

Proprio ciò che è diventata l’Unione europea oggi, però, impone di ritrovare una nuova centralità per gli Stati. «La sfida che dobbiamo riuscire ad interpretare è la sfida della sovranità, di una proposta politica che dica “prima gli italiani”, che dica “difesa del nostro prodotto, dei nostri lavoratori, del nostro made in Italy, dei nostri diritti, dei nostri confini”», ha ricordato ai microfoni di RTL 102.5 Giorgia Meloni, che sabato all’Angelicum di Roma, nel corso dell’incontro “Italia Sovrana in Europa”, presenterà un’idea di Europa ispirata al modello  della confederazione di Stati. «Dobbiamo fare cartello come Italia, come fanno le altre nazioni anche quando tentano di venire a occupare la nostra realtà, come fanno le altre nazioni europee», ha sottolineato ancora la presidente di Fratelli d’Italia.

Le nuove ingerenze del vaticano...


"Se il tempo che si vuole frapporre per l'approvazione, è un tempo destinato a migliorare le cose, avrebbe un senso. Ma se rimandare vuol dire soltanto prendere tempo, cercare di non pagare il prezzo per un'approvazione così importante, allora qualche difficoltà c'è ad apprezzare tutto questo". Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, torna alla carica. E, ai microfoni del Gr1, atttacca quelle forze politiche che hanno rinviato la legge sullo ius soli: "Due anni fa questa legge alla Camera è stata approvata da chi oggi non l'approva".

Nonostante lo stop in parlamento, la Cei continua a sostenere (con vigore) la legge che regala la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. E adesso se la prende con quelle forze politiche che, dopo aver appoggiato lo ius soli, hanno fatto un passo indietro. "Probabilmente chi si è tirato indietro avrà le sue buone ragioni - attacca Galantino - purtroppo sul tema dello ius soli sono state scaricate tante tensioni - aggiunge, poi, il segretario della Cei - su questo tema sono stati scaricati i temi e i problemi dell'immigrazione ma è una realtà che non c'entra niente". In Italia, secondo Galantino, c'è "un'eccessiva semplificazione e soprattutto un approccio curvaiolo, da tifo da stadio".

Già ieri Galantino si era scagliato contro il parlamento per aver fermato l'iter della legge. "Si è trovato il modo di accelerare sui diritti delle coppie formate da persone dello stesso sesso - aveva tuonato - si dia almeno la stessa attenzione ai diritti di italiani tenuti senza cittadinanza". Una presa di posizione che ha fatto infuriare anche le associazioni arcobaleno. "Non ha senso mettere in competizione i nostri diritti con quelli degli altri - ha commentato il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo - sono stati dati diritti a persone che non li avevano, su questo punto bisogna in realtà fare ancora molti passi in avanti in Italia, ma questo non significa che si debba colpevolizzare una comunità che sulla questione dello ius soli non ha influenza. Spetta alla politica dare risposte".

martedì 26 settembre 2017

I soldi degli sms


Il tesoretto destinato con gli sms ai terremotati è finito, come denunciano i comitati di chi ha dovuto fare i conti col sisma, per il "finanziamento di appalti che nulla hanno a che vedere con il terremoto". Una serie di progetti che fanno discutere. Ecco qui quali sono quelli finanziati:

La pista ciclabile. Il voltafaccia della Regione - È diventata l’opera simbolo dello sviamento dei fondi destinato ai terremotati con gli sms solidali: la pista ciclabile Civitanova – Sarnano. Si tratta di un anello che congiunge i due paesi delle Marche, uno solo dei quali, Sarnano, rientra nel cratere del terremoto. Ma la contestazione è soprattutto rivolta alla natura dell’opera dal costo di 5,5 milioni: cosa c’entra una pista ciclabile con l’aiuto ai terremotati? La Regione Marche la vede come volano per il turismo, ma è difficile pensare che sia il tipo di aiuto per cui gli italiani hanno deciso di allargare il cuore e il portafogli. E infatti la Regione ha fatto dietrofront dopo le polemiche.

La nuova strada che scende giù dalle colline - Molto contestata la previsione di spendere 5 milioni per ammodernare una strada, la Valdaso, che dalle colline marchigiane scende verso il mare, coinvolgendo il piccolo centro di Comunanza che è effettivamente uno dei Comuni colpiti dal sisma. Si tratta di un'opera di cui si vagheggiava da tempo e che in effetti non ha legami con la ricostruzione post terremoto. Per alcuni è anche non indispensabile, vista la presenza di una super strada. La Regione Marche ha spiegato che così vuol dare lavoro ad aziende locali facendole restare in zona. Ma lo scopo pare diverso dall'aiuto immediato offerto grazie agli sms solidali.

Grotta termale fuori uso da decenni - Altri tre milioni degli Sms solidali sono stati destinati dalla Regione Marche a riaprire la grotta sudatoria di Acquasanta Terme (Comune incluso nel «cratere»), una struttura termale chiusa da decenni. E non per colpa dell'ultimo terremoto. Di per sé non c'è niente di sbaglio a rendere di nuovo fruibile la splendida grotta che un sondaggio del Fai ha votato tra i «luoghi del cuore» preferiti dagli italiani. Ma ancora una volta, le Marche hanno scelto di usare il denaro versato per dare una mano a chi ha perso la casa o l'azienda per scopi scollegati dal terremoto che, pur meritando il finanziamento, dovrebbero attingere altrove.

I sette eliporti per ogni tipo d'emergenza - Tra le opere che verranno finanziate attraverso gli sms solidali ci sono anche sette elisuperfici destinate al decollo e atterraggio notturno di elicotteri in paesi delle Marche. La cifra stanziata è di 1,5 milioni di euro e, tra tutte, è la destinazione che può vantare una qualche forma di legame con le finalità di aiuto ai terremotati. Le elisuperfici potranno infatti essere utilizzate anche da mezzi di pronto intervento della Protezione civile che, in passato, hanno spesso avuto notevoli difficoltà a raggiungere le più impervie tra le zone appenniniche colpite dal sisma, spesso collegate da strade che il terremoto ha reso inagibili.

Le tre scuole da costruire: una fuori cratere - Anche la Regione Lazio è finita nel mirino per l'uso disinvolto dei fondi raccolti grazie alla generosità degli italiani. Circa tre milioni di euro sono stati destinati alla costruzione ex novo di tre scuole nei Comuni di Poggio Bustone, Rivodutri e Collevecchio. L'ultimo dei tre paesi beneficiati, Collevecchio, non rientra però tra le località incluse nell'area del «cratere» terremotato, eppure fruirà dello stanziamento di oltre un milione di euro. I comitati dei terremotati fanno anche notare che per l'edilizia scolastica sono disponibili altri 230 milioni di euro e quindi i fondi degli Sms potrebbero essere usati altrove.

lunedì 25 settembre 2017

La chiesa mondialista e lo ius soli

La Cei in campo per i migranti: ius soli, accoglienza, xenofobia. Il presidente della conferenza episcopale, cardinal Bassetti: "La nuova cittadinanza favorirà l'integrazione" di Luca Romano

Il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti aprendo il consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana torna ad affrontare il tema dello ius soli. "Alla luce del Vangelo e dell’esperienza di umanità della Chiesa, penso che la costruzione di questo processo di integrazione possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica, con i valori che porta con sè", ha affermato il cardinale. Dunque la posizione della Cei riguardo alla legge per il momento congelata al Senato che introiduce la cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia è abbastanza chiara: "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono i 4 verbi che Papa Francesco ha donato alla Chiesa per affrontare la grande sfida delle migrazioni internazionali", ha aggiunto Bassetti. Il processo di integrazione "richiede, innanzitutto, di fronteggiare, da un punto di vista pastorale e culturale, la diffusione di una ’cultura della paurà e il riemergere drammatico della xenofobia. Come pastori non possiamo non essere vicini alle paure delle famiglie e del popolo. Tuttavia, - avverte Bassetti - enfatizzare e alimentare queste paure, non solo non è in alcun modo un comportamento cristiano, ma potrebbe essere la causa di una fratricida guerra tra i poveri nelle nostre periferie. Un’eventualità che va scongiurata in ogni modo".

Il presidente della Cei inoltre ha anche parlato dei recenti episodi di violenza che hanno copito diverse donne in Italia: "Vorrei testimoniare la più sincera vicinanza a tutte quelle donne che in Italia, pressochè quotidianamente, sono vittime di una violenza cieca e brutale". Infine il cardinale parla anche di Fisco e di tutte quelle misure da adottare per dare un sostegno forte alle famiglie, soprattutto quelle numerose: "Una misura di cui avvertiamo l'assoluta importanza non solo perché avrebbe dei benefici sui redditi familiari ma perché potrebbe avere degli effetti positivi su un tema cruciale per il futuro della nazione: quello della natalità". "Il contesto attuale - caratterizzato da un crescente aumento di convivenze, separazioni e divorzi, nonché da un tasso di natalità che continua a diminuire drammaticamente - ci impone di guardare alla famiglia in modo concreto, senza cercare alcuna scorciatoia, scorgendo nelle fragilità della famiglia non solo i limiti dell'uomo, ma soprattutto il luogo della Grazia".

domenica 24 settembre 2017

In pompa magna...

Per consegnare 11 casette di legno in croce, si sono presentati tutti in pompa magna, sorridenti e sereni. Quegli stessi che dicevano alle popolazioni terremotate che no, nessuno vi lascerà soli. Dopo un anno consegnano altre 11 casette... Ceriscioli (quello che voleva usare i soldi degli sms... a proposito di sms, parla Pirozzi, qui) dice che spera di consegnarne il 90% entro fine anno... che parla a fare sto buffone! Ma io, che sono io, invece di ringraziare sta marmaglia, l'avrei cacciata a calci nel culo a costo di beccarmi un anno di galera. Qui il post sulla consegna, vi prego, leggetelo e guardate bene quelle facce da culo dei dirigenti marchigiani! Intanto, la signora Peppina, viene sfrattata dalla casetta di legno con l'accusa di abuso edilizio. Una vergogna infinita.

giovedì 21 settembre 2017

Le femministe e gli stupri

Le femministe ad intermittenza hanno manifestato contro i presunti stupratori di Firenze (insieme a sveglio-Nardella) perchè italiani, hanno manifestato contro lo stupratore (italiano) siculo ma non lo hanno fatto col caso di Rimini, di Roma e in un altro paio di casi altrettanto gravi se non gravissimi con gli stupratori immigrati. Su questa notizia, raccontata sommessamente al tg 5, ignorata dalla maggior parte delle testate, la si dice sottovoce. E' il secondo caso... ma zitti eh? Perchè non si può creare allarmismo. Perchè non si può dire che gli immigrati (illegali) sono delinquenti e hanno evidenti problemi con la sessualità e di psiche.

Bergamo, operatrice di un centro di accoglienza stuprata da un immigrato

Una operatrice di 26 anni di un centro di accoglienza per rifugiati in provincia di Bergamo sarebbe stata violentata da un migrante. L'abuso darebbe avvenuto a Fontanella, nella Bassa Bergamasca e un ventenne originario della Sierra Leone è stato fermato. 

Riporta il sito Bergamonews.it che le urla della ragazza hanno richiamato l'attenzione di altri due ospiti del centro che hanno sfondato la porta e costretto il giovane alla fuga. Sul posto sono poi arrivati i carabinieri della stazione di Calcio, subito allertati, che grazie alla descrizione del migrante lo hanno individuato e fermato poco dopo. La vittima è ora ricoverata all'ospedale di Treviglio con una prognosi di trenta giorni.

mercoledì 20 settembre 2017

I tweet di Gentiloni...


sabato 16 settembre 2017

L'ha detto davvero


venerdì 15 settembre 2017

Sull'obbligo dei vaccini

Un tempo si sarebbe detto "il re è nudo", per intendere qualcosa sotto gli occhi di tutti ma che nessuno aveva il coraggio di dire. Ebbene, a dirla chiara ha pensato Dario Martini, redattore de "Il tempo" con un articolo di ieri, 13 settembre. Il Codacons ha subito ripreso la notizia, già denunciata diverso tempo addietro, chiedendo una volta per tutte un chiarimento. Di cosa si tratta? Del conflitto miliardario di interessi che c'è dietro i #vaccini obbligatori. Conflitto che vede coinvolti il ministero della Salute e il colosso farmaceutico Glaxo, produttore dei vaccini in questione. Il conflitto è stato segnalato anche dal vicepresidente emerito della Corte Costituzionale Maddalena. Chiariamo qualche dato.

Chi è Glaxo

La Glaxo SmithKline è uno dei colossi dell'industria farmaceutica mondiale. Produce la maggior parte dei vaccini imposti obbligatoriamente dalla legge #Lorenzin. Una spa quotata in borsa sui principali canali speculativi, per definizione, ha come scopo ultimo il profitto. Con l'introduzione dell'obbligo dei vaccini, è matematico comprendere quale balzo in avanti possano avere le entrate economiche della società. Fin qui tutto bene, dato che si parla di un'azienda privata che vende un prodotto. O No? A quanto pare no, dice Martini, perché le cose non stanno esattamente così.
 
La Glaxo all'interno del ministero della salute

L'obiezione sollevata da Martino e dal Codacons è che la Glaxo stia abusando della posizione avvantaggiata di alcuni suoi membri per favorire la vendita di un prodotto, i vaccini.

Insinuazione molto grave, che però Martino argomenta in questo modo. Emanuele Calvario è un nome sconosciuto, ma Martino, documenti pubblici alla mano, lo identifica come un membro del consiglio di amministrazione della fondazione Smith Kline. Fin qui tutto bene, se non fosse che Calvario è anche il segretario particolare del ministro della salute. Anche Raniero Guerra, nonostante se ne sia già parlato, potrebbe non essere molto noto. Si tratta di un altro membro del cda della fondazione, in particolare dal 2007 al 2010. E fin qui tutto normale. Se non fosse che Guerra risulta essere il direttore generale della Prevenzione del Ministero. Guerra è colui che ha ideato, dice Martino, il decreto vaccini. Raniero Guerra si è espresso anche sul caso della piccola Sofia Zago, morta all'ospedale di Brescia pochi gironi fa. Guerra ha pubblicamente escluso, in un'intervista a "La Repubblica", che ci siano le condizioni perché si sia trattato di una puntura di zanzara. Secondo il Codacons inoltre, Guerra avrebbe firmato tutti i provvedimenti sui vaccini, mentre avrebbe dovuto non farlo ai sensi dell’articolo 323 del codice penale.

Ma non finisce qui, dice Martino, perché nel cda della fondazione troviamo anche Roberto Basso, portavoce del ministro dell’Economia, e Angelo Lino Del Favero, dg dell’Istituto superiore di Sanità.
 
La replica del ministero: non c'è fine di lucro

Il giornalista de "Il Tempo" ha chiesto specificamente al ministero se vi sia conflitto di interessi in tutto questo. La replica del ministero è stata chiara. Calvario lavora a titolo gratuito, non ha competenze operative in tema di farmacologia e la fondazione Smith Kline non ha scopo di lucro. Quindi un uomo che decide sui vaccini non avrebbe competenze, sottolinea "Il tempo", chiarendo anche che la fondazione Smith Kline è finanziata dalla Glaxo. Ulteriore figura chiave in questa vicenda sarebbe Alessandro Picardi, manager e direttore della relazioni istituzionali e internazionali della RAI, cioè in sostanza colui che decide quale informazione diffondere in collaborazione con le istituzioni, cioè con il ministero della salute. Che c'entra? C'entra in quanto marito dello stesso ministro Lorenzin.

giovedì 14 settembre 2017

Sui presunti stupri di Firenze

Un paio di cose. Se a Firenze, è davvero stata una cosa consensuale, l'imbecillita' dei due carabinieri va punita in un determinato modo. Gli va tolta la divisa e vanno rimandati a casa. Se fosse stupro, li si condanna a 20 anni. Finora, le prove, pare che portino alla consensualità non troppo sobria. Se venissero condannati per questo, quanti "presunti" stupratori ci sono in giro? Non si potrebbe, per correttezza, nemmeno paragonare questo caso a quello di Rimini. Sul perché, arrivateci voi.

Nel frattempo,  le femministe (Lucarelli in primis, dietro di lei le Chiare Cecilie Santamarie, le faschion bloggers, le giornaliste e persino occhi vispi Nardella da Firenze) sono tornate dalle ferie lunghe e adesso, tuonano contro l'italico carabiniere. Sullo stupro di Rimini, hanno taciuto.

venerdì 8 settembre 2017

Sbagliato fare connessioni, dice...

Sbagliato fare connessioni, dice colei che vive con la scorta. Però, quando sono gli italiani pallidi a commettere crimini contro le donne, si urla all'emergenza violenza ed insorgono le femministe. Quando gli stessi crimini li compiono gli stranieri, si tende troppo spesso in qualche modo con la supercazzola, di giustificare. Poi, sta cosa della violenza di genere, è insopportabile. Tra l'altro, in congo (e non solo), è risaputo e conclamato che lo stupro è sia etnico che un atto di guerra. E tornano le domande: chi facciamo arrivare in italia? Non bastano i criminali italiani?


I femminicidi sono in calo ma l'emergenza il governo la sente comunque "finché il fenomeno non verrà debellato": parola di Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e già ministro per le Riforme col governo di Paolo Gentiloni.

Intervistata dal Corriere della Sera, la Boschi affronta il tema della violenza di genere partendo da una delle questioni più spinose: quella della supposta correlazione fra immigrazione e violenze, che il sottosegretario nega con decisione. "Che l'autore o la vittima siano italiani o stranieri - spiega - non cambia niente, la gravità è pari", afferma invitando a non fare "facili connessioni" in materia.

E l'esponente del governo elenca diverse misure elaborate dal governo per contrastare la violenza. Nel piano dell'esecutivo sono comprese progetti specifici di formazione per carabinieri e agenti di polizia penitenziaria, per controllare meglio i condannati per reati sessuali all'interno delle carceri. Inoltre sono stati avviati protocolli di collaborazione con il Csm per la formazione dei magistrati e con i sindacati per la prevenzione degli abusi sul lavoro.

Particolare attenzione, assicura poi il sottosegretario, verrà dedicata a non lasciare sole le donne nel percorso successivo alle violenze: "Se esse avvengono nel contesto familiare alcune non denunciano perché hanno paura di perdere la casa, le relazioni affettive o la sicurezza economica e per questo abbiamo previsto, fra l'altro, strumenti più efficaci sulle politiche abitative", lavorando con i Comuni per stabilire criteri prioritari nell'assegnazione delle case popolari.

mercoledì 6 settembre 2017

Il no di Ungheria e Repubblica Ceca

"Meglio niente fondi che i migranti". I Paesi che sfidano l'Ue e non accolgono. Rivolta contro la Corte di giustizia che impone di accogliere i migranti. L'Ungheria: "Non ne accettiamo uno in più". E la Repubblica Ceca: "Non ci facciamo minacciare" di Giovanni Neve

Meglio perdere i fondi Ue che accogliere i rifugiati (e, in modo particolare, i musulmani). A sostenerlo è il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, dopo la sentenza della Corte europea che conferma il principio della redistribuzione dei migranti. "Non ci facciamo minacciare - ha messo in chiaro - ma se le cose volgessero al peggio è sempre meglio rinunciare ai fondi Ue che non lasciare entrare i migranti. Non si tratta di ucraini, di vietnamiti ma dimigranti islamici la cui cultura è completamente diversa dalla nostra". La Repubblica Ceca non è l'unico Paese dell'Unione europea che non vuole piegarsi alla Corte di Giustizia europea.

Oggi la Corte ha respinto i ricorsi presentati contro lo schema da parte dei due Paesi maggiormente "refrattari" alle quote obbligatorie di profughi da accogliere, Ungheria e Slovacchia, accusate dalla Corte di "mancanza di cooperazione". Come ha preannunciato il commissario Dimitris Avramopoulos, la stessa Corte si potrebbe trovare a sanzionare l'Ungheria, la Polonia e la Repubbica Ceca, se questi Paesi non provvederanno ad accogliere le rispettive quote di migranti "nelle prossime settimane". Passato l'esame dei giudici di Lussemburgo, lo schema, che ha finora permesso il ricollocamento di 27.695 rifugiati, di cui 19.224 dalla Grecia (soprattutto siriani) e 8.451 dall'Italia (in gran numero eritrei), non sarà però esteso oltre la scadenza fissata al 26 settembre. Dopo quella data, si continueranno a "trasferire" solo quei migranti che avranno già ottenuto lo status di "avente diritto". Secondo le stime della Commissione europea, sono oltre 7mila in Italia e quasi 5mila in Grecia. I numeri complessivi sono quindi ben lontani da quei 120 o 160 mila del programma iniziale, deciso nel 2015 in piena crisi migratoria.

La sentenza non è stata accolta positivamente dai Paesi dell'Est Europa. Che hanno già annunciato nuove barricate pur di non accogliere altri immigrati. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto ha definito "irresponsabile" la sentenza del Tribunale di Giustizia dell'Unione europea e che, per questo, il suo Paese "non intende accettare neanche un immigrato". Pur annunciando che "rispetta pienamente" la sentenza, il premier slovacco Robert Fico ha assicurato che la sua politica migratoria "non cambia". "Nel futuro - ha continuato - proseguiremo a lavorare perchè la solidarietà sia mostrata in altre maniere rispetto ad accettare i rifugiati che non vogliono stare qui". Durissima anche la posizione del presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman: "Non ci facciamo minacciare ma se le cose volgessero al peggio è sempre meglio rinunciare ai fondi Ue che non lasciare entrare i migranti - ha commentato - non si tratta di ucraini, di vietnamiti ma di migranti islamici la cui cultura è completamente diversa dalla nostra".

martedì 5 settembre 2017

Criminali illegali

Dal facebook di Sherif El Sebaie

Leggete per favore le dichiarazioni del Sindaco del paese in cui vive la famiglia dei minorenni dello stupro di Rimini, e ditemi se è normale quello che ho letto: "Avevamo trovato i soldi, più o meno 5 mila euro a persona o forse di più, per farli rientrare in Marocco dove si trovava il padre già espulso. Tutto era pronto, anzi madre e i quattro figli erano andati in caserma per partire. Poi non so cosa sia successo ma attraverso il tribunale dei minorenni ci siamo ritrovati il padre di nuovo a Vallefoglia mentre noi ci aspettavamo che la famiglia se ne andasse per sempre". Il padre era tornato illegalmente (ha patteggiato per questo una pena ad 1 anno e 4 mesi che sconta ai domiciliari) e davanti al tribunale dei minori di Ancona, che l’ha autorizzato a rimanere, ha promesso che col suo rientro avrebbe messo in riga i figli. Vabbeh.

domenica 3 settembre 2017

Il capo della banda di stupratori

Ed eccolo qui, su facebook, il richiedente asilo che con altri 3 delinquenti, ha stuprato due ragazze e picchiato a sangue un ragazzo a rimini. E' lecito continuare a chiedersi chi ci portiamo in casa? E' lecito chiedersi il perchè questo tizio, se ne va dal suo paese d'origine con una richiesta d'asilo politico in mano? Forse perchè in congo è un delinquente conclamato? Per non parlare poi degli altri tre minorenni... Chi sono queste quattro bestie? Perchè stanno in italia?

L'imperativo della Bonino...

Dal facebook di Diego Fusaro

Emma Bonino: "imperativo integrare e dare lavoro a 500.000 migranti". Non a 500.000 disoccupati, migranti o autoctoni che siano. Perché proprio migranti? Per spirito filantropico? Non credo. La verità è che la forza lavoro migrante è l'ideale per il capitale: costa meno, non ha coscienza di classe, non rivendica, è disposta a tutto. Per questo, solo per questo, stiamo assistendo alla terzomondializzazione dell'Europa, pronta a trasformarsi in un'immensa colonia tra le tante. Il tutto occultato con l'usuale vernice mondialista della retorica integrazionista: si scrive "accoglienza", si legge "sfruttamento". Sfruttamento capitalistico del lavoro umano, con annesso annichilimento della dignità dell'uomo.