venerdì 30 dicembre 2016

2017

Buon Anno a tutti Voi!

giovedì 22 dicembre 2016

Animali fantastici e dove trovarli...

I Gatti natalizi per il momento, augurano Buon Natale a tutti voi!

domenica 11 dicembre 2016

Quarto governo non votato...

... quando si dice che non c'è limite al peggio...


venerdì 9 dicembre 2016

Come la penso

Io sono per il voto a primavera e per ora, rivorrei fonzarelli alla guida del governo provvisorio. No, non sono impazzita ma, nessuno deve togliergli le castagne dal fuoco. Perché sarebbe troppo facile per lui. Invece deve soffrire più di quanto stiamo soffrendo noi. Si è sopravvalutato e non ha capito gli errori che ha fatto, è giusto che paghi restando in carica fino a maggio. No che pretende che gli altri si assumano responsabilità non loro. Lui è l'unico responsabile della merda nella quale ci ha infilato. Dopodiché, può tornare affanculo nel suo paesello.

mercoledì 7 dicembre 2016

Conclusioni sul referendum

Referendum costituzionale, fermi tutti: Renzi ha vinto (le comiche) di Andrea Scanzi

Qualcuno di voi avrà pensato che la gogna (adorabile) patita il 4 dicembre da Big Ciambello e ciambellani potesse abbassarne boria e supponenza. Macché: son sempre più convinti di essere i prescelti. Del resto, quando una classe dirigente (va be’) è fatta dalle Boschi, dai Nardella, dalle Morani, dalle Picierno, dai Gozi, dai Ciaone Carbone e da una masnada di fantoccini, playmobil, yesman e droidi querule non puoi andare da nessuna parte. Se non contro un muro. L’Italia resterà comunque imperdonabile: aver dato il paese in mano a gente simile è davvero allucinante. Come scegliere Alessandro Siani per il remake di Taxi Driver. Guai a pensare che Renzi sia finito: magari. Non lo è ancora, perché nel Pd non ha contro esattamente Berlinguer e Pertini, perché quasi tutta l’informazione è dalla sua parte e perché i Chicco Testa e Recalcati non possono piangere per sempre. E’ ovvio che Renzi voglia andare al voto il più presto possibile, mentre il partito e le opposizioni desiderino logorarlo a fuoco lento per poi farlo sembrare il Poro Schifoso quando si andrà al voto (verosimilmente dopo settembre, quando sarà scattato il vitalizio per tutti). Renzi e renziani (cioè niente) vorrebbero andarci a febbraio facendo saltare il banco, ma significherebbe farlo con l’Italicum sub iudice alla Camera e il Consultellum al Senato. Un troiaio. Il 24 gennaio si esprime la Consulta, che se l’è presa comoda (per volere di Mattarella, vien da dire) e quindi prima di maggio il voto è improbabile. Nel frattempo che si fa? Renzi vorrebbe un governo di scopo con Berlusconi e grillini, ma ovviamente né gli uni né gli altri sono scemi e quindi lo lasceranno solo a macerare (stacce). Metà partito vuole che Renzi resti lì, così si brucia. L’altra metà è fatta dai Nardella, quindi non pensa. E’ tutto molto divertente: oggi preparate i popcorn, la direzione Pd che si preannuncia fiammeggiante. Ieri, a proposito, si è visto un Pierluigi Bersani assai pugnace a DiMartedì: forse la sua prova televisiva migliore. Renzi ha ridestato i can che dormivano, ha fatto incazzare i D’Alema e gli Emiliano, Enrico Rossi è in rampa di lancio e la minoranza dem esce rafforzata dal martirio referendario di Big Ciambello. Il quale, lunedì, è stato bastonato non poco da Mattarella. Che è molto meno sfinge amebica di quanto sembri. Gli ha abbassato la cresta pingue e gli ha fatto capire che lui, al voto subito, non vuole andarci. Più probabile un bel (?) proporzionale per disinnescare i Cinque Stelle. Contro Renzi si è schierata l’ala dei franceschiniani-margheritiani: Franceschini (potentissimo), Mattarella, Amato (Giuliano c’è sempre). E pure Delrio non è che sia poi così fedelissimo di Renzi, al di là delle messe cantate che recita in tivù. Come governo di scopo c’è pure l’opzione Grasso, non troppo cordialmente detestato da Renzi perché “bersaniano” e in generale non abbastanza servo renziano. Insomma: Big Ciambello vincerà le elezioni, è già campione del mondo e Platini ha già detto a Ronaldo che il Pallone d’Oro sarà ancora di Renzi e Orfini in coabitazione, ma per Renzi il momento è comicamente difficile. Nel frattempo, accadono cose mirabili. Per esempio Rondolino che, su RaiTre, viene zimbellato con agio da Gasparri (Gasparri, eh: non Adenauer). Si vola. C’è poi il mantra del “noi abbiamo vinto perché abbiamo preso il 40% dei voti”, che “is the new volpe e uva 2.0” (scusate se cito Justin Bieber). Dire che Renzi ha vinto perché il sì ha preso più del 40% è una cazzata titanica. Infatti l’hanno detta Lotti, Picierno e Chicco Testa. Vi spiego perché.

1. Il “sì” non era su Renzi, ma su una riforma orrenda (infatti l’ha firmata la Boschi).
2. Il “sì” non è solo di Renzi: è anche di Alfano (va be’), di Casini (va be’), di un elettore su quattro berlusconiano, un elettore su cinque leghista, un elettore su dieci grillino.
3. Se fai la tara alla percentuale del “sì”, arrivi più o meno a un 30% abbondante di voti: esattamente quel che dicono da mesi i sondaggi quando parlano del Pd. Dov’è la novità?
4. Se i voti nei referendum equivalessero a consensi elettorali, Pannella dopo l’aborto sarebbe diventato Presidente del Consiglio, della Repubblica e della Galassia.
5. Se i voti nei referendum equivalessero a consensi elettorali, Cameron sarebbe ancora Cameron, visto che sulla Brexit prese il 48%. Invece (grazie pure lui a Jim Messina) oggi è anzitempo un disoccupato politico.
6. Renzi fino a tre mesi fa credeva di vincere in ciabatte. Poi gli è presa paura, infatti ha cominciato ad andare in tivù contro tutti (oddio, contro tutti no: contro di me, o Di Battista, o Di Maio, non c’è mai andato. Chissà perché). Domenica era ancora convinto di vincere, o di giocarsela sul filo di lana. Invece ne è uscito tritato, nonostante tutta o quasi l’informazione fosse dalla sua. Tradotto: “vinto un cazzo, Matteo”.
7. Renzi e renziani sono vecchi anche in questo: quando perdono, prima fingono di accettare la sconfitta (magari con un discorso frignone) e poi dicono: “Sì, ma in fondo abbiamo vinto”. Faceva così anche Fanfani. Ma lo faceva parecchio meglio. Che palle, ‘sti renziani.
8. Renzi non è votato neanche sotto tortura dai giovani, e senza il voto dei giovani al massimo vai a cena con Marchionne, Il Volo, la D’Amico e Baricco. Più difficilmente a Palazzo Chigi.
9. Renzi è sfanculato da sud e province, e senza il loro voto Palazzo Chigi lo vedi giusto su Google Maps. A margine, chi sta dicendo che il Sud e le province sono “ignoranti” perché hanno votato no, deve vergognarsi di quel che dice. E in generale di essere nato.
10. Renzi, nel 2014, era il politico più amato dagli elettori: ora è il più odiato. Ha raggiunto in neanche tre anni quello che il suo maestro Silvio ha ottenuto in venti. Più che una carriera politica, la sua è una eiaculazione precoce di antipatia ributtante e contagiosa. Bravo Matteo: mille di questi giorni.

lunedì 5 dicembre 2016

#IOVOTONO

[Scritto ieri sera] Non ci credo! Non è possibile! Sta vincendo il NO! Mesi e mesi nei quali il bullo camorrista ha occupato qualunque programma televisivo e radiofonico per continuare a raccontarci bugie su bugie. La sua immensa arroganza e il suo abnorme ego, ci hanno ammorbato l'esistenza mentre il paese continuava ad andare velocemente a picco. Tronfio e gonfio (di cibo ma soprattutto di aria) come un'otre, ha aiutato ulteriormente i poteri forti che fingeva di odiare. Gli italiani medi, alla fine sono esplosi così. Giuro, non ho mai odiato così tanto una persona quanto lui. Ora, caro fonzarelli togliti gentilmente dai coglioni e facci tornare a scegliere un governo.

Com'era quella di Carbone? #ciaone


Ne hanno dette e fatte tante, soprattutto Fonzarelli. Gli hanno permesso di fare qualsiasi cosa in spregio degli italiani. Ha chiesto in parlamento oltre 50 fiducie e ne vorrei scrivere tante, troppe contro di lui. Ma per ora mi fermo qui. Non si fa cambiare la costituzione per perdere ulteriormente la sovranità nazionale. E non la si cambia facendola scrivere a degli idioti. Hanno anche detto che lui da solo, ha vinto comunque con il 40% dei voti e si è legittimato a guidare il paese...

venerdì 25 novembre 2016

Espropri criminali

Le case da requisire: si parte dall’Adriatico di Ruggiero Capone

È iniziato al Viminale il conto alla rovescia per il massiccio piano di requisizioni immobiliari lungo le coste adriatiche. Secondo indiscrezioni di certi dipendenti dell’Interno, la prova di forza con la cittadinanza inizierà da Pescara: dove lo Stato dovrà fronteggiare chi s’opporrà alla consegna delle seconde case rivierasche destinate dalla Prefettura all’ospitalità di cittadini extracomunitari, profughi e rifugiati politici. Nel mirino circa centomila immobili, dalla provincia di Lecce sino a Trieste. Pescara sarebbe stata prescelta come unità pilota sperimentale. Verranno requisite solo le seconde case sfitte e non le strutture alberghiere: queste ultime possono solo offrire il servizio d’alloggio, che verrebbe valutato dalla prefetture. Per il momento l’operazione decollerebbe dal comune adriatico abruzzese e riguarderebbe circa 5.500 alloggi, tutti tra Vasto e Francavilla a Mare: il via libera alla requisizione sarà attivato intorno al 20 dicembre.

Ad oggi solo Goro (nel delta del Po) e la provincia di Verona hanno già assaggiato la requisizione immobiliare. I servizi segreti pare abbiano già allertato il Governo circa eventuali proteste violente da parte di italiani non disposti a farsi requisire l’immobile. Anche perché nell’immediato non vi sarebbero risorse da destinare ai proprietari, causa la concomitanza di eccezionalità dell’evento e la penuria di risorse finanziarie: va rammentato che rimarrebbero comunque a carico del proprietario sia l’Imu che la Tasi, nonché verrebbe calcolato il reddito ai fini della dichiarazione nei modelli 730 e 740.

Ovviamente, chi si vedesse requisito l’immobile avrebbe (ma solo sulla carta) il diritto ad un fantomatico indennizzo: per farselo riconoscere e quantificare dovrebbe comunque azionare un iter legale contro lo Stato, costoso e con esito incerto. Il Governo avrebbe già parlato di “extrema ratio”, “vista l’eccezionalità dell’evento e la poca disponibilità degli italiani a collaborare all’accoglienza” spiega una fonte dell’Interno. Gente vicina al ministro Alfano (titolare dell’Interno) parla di “provvedimento temporaneo”, che “diverrebbe definitivo, e configurabile in esproprio, se nei riguardi del proprietario dell’immobile si configurassero reati eversivi in danno dello Stato”: come a dire “non ribellatevi, altrimenti non rivedete più casa”. In favore della requisizione rema l’ultimo rapporto di Fondazione Migrantes e Servizio centrale Sprar, reso pubblico lo scorso 16 novembre, in cui si spiega che “su ottomila comuni italiani solo 2600 hanno accolto i migranti”, cioè un comune su quattro. Il 10 agosto di quest’anno il ministero dell’Interno ha approvato un decreto per potenziare il sistema ordinario di accoglienza chiamato Sprar proprio per limitare il ricorso all’accoglienza di emergenza dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). “Lo Sprar, infatti - spiega il rapporto - permette una maggiore trasparenza e rendicontazione delle spese e risponde a linee guida nazionali che il sistema di accoglienza straordinario non è tenuto a seguire”.

Per fronteggiare eventuali rivolte da parte degli italiani dovrebbero essere distaccati nei comuni interessati alla requisizione circa duemila uomini interforze, tra esercito, carabinieri, Guardia di finanza e polizia di Stato. Per l’occasione anche il ministero della Giustizia starebbe affilando le armi, per garantire processi rapidi e disponibilità detentiva per gli italiani che s’opponessero (anche violentemente) al piano del Viminale. Secondo molti sindaci della riviera adriatica “questa è la fine del turismo”. Intanto gli 007 starebbero già monitorando tutti i residenti, cercando di capire se possano organizzarsi in gruppi di resistenti ribelli.

A conti fatti, ed a causa delle espulsioni verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue (vale la regola del primo approdo), lungo l’Adriatico si dovranno garantire alloggi per non meno di un milione e mezzo di migranti.

sabato 19 novembre 2016

Errani snobba i cittadini...

Conferenza stampa solo coi giornalisti e i sindaci. I cittadini, tutti fuori. Per la serie, la trasparenza è tutto... e non solo. Stanno uccidendo gran parte della regione marche. Grazie! Grazie infinite per tutto! Qui il video e l'articolo. Mi piacerebbe sapere quanto viene pagato Errani per questo lavoro. Quanto sta rubando anche ai cittadini che hanno perso tutto durante questo terremoto?

venerdì 18 novembre 2016

Scusate...

SCUSATE SE NON SIAMO MORTI di Maria Laura Pierucci

Scusate se non siamo morti. Siamo solo ruzzolati per le scale dopo il ballo in pigiama, a piedi nudi. Un risveglio dei più crudi col boato e con l'urlo delle cose, il tintinnio dei vetri, l'attorcigliarsi di serpi velenose di paura e di sgomento, lo sbattere di porte come ci fosse il vento, lo scricchiolare di ogni sicurezza, l'impazzire dei cuori, i fiati corti... Scusate se non siamo morti. Certo per voi sarebbe stato meglio saperci sotto metri di macerie per dar la stura a quella vostra serie di atteggiamenti buoni e pii, tutti in prima fila tutti compunti e tristi col solo scopo d'esser notati e visti. Poi palloncini bianchi e battimani e "non vi scorderemo mai"... Ma all'indomani non per essere cattivi vi sareste scordati anche di noi, di noi che siamo vivi. Stavolta però vi abbiam gabbati, non farete la vostra passerella, siam vivi e a testa alta, almeno quella, anche se soli, cupi e bastonati. Ma faremo come l'araba fenice che sorge dal suo corpo incenerito più grande, più bella e più felice.

martedì 15 novembre 2016

Sul terremoto di serie b

E' stato nominato Vasco Errani per ovviare e risolvere il problema terremoto ed ecco come lo risolve: tagliando fuori dal primo e dal secondo cratere, decine e decine di paesini e borghi che hanno subito gravi danni. Di che vogliamo parlare? Del no della camera al gasdotto che comunque andrà avanti? O dei lettini da mare dati agli sfollati mentre i clandestini dormono comodamente in hotel? O il miliardo di euro che verranno spesi per gli armamenti? Mi fa schifo questo governo non eletto, mi fanno schifo i suoi componenti e mi fermo qui perchè mi viene da augurare loro il male peggiore.
 
Terremoto, ecco in anteprima i Comuni del cratere. Niente tasse per chi ha subìto danni di MARIO DI VITO

Ascoli, 14 novembre 2016 - Sono diventati 128 i Comuni inseriti all’interno del cratere del terremoto che da oltre due mesi funesta l’Italia centrale. Ai 60 individuati a metà ottobre, se ne aggiungono altri 68, quelli cioè che hanno subìto danni con le nuove scosse di fine ottobre. L’elenco è contenuto nella relazione tecnica allegata al decreto varato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi. Le misure già previste per l’emergenza di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto saranno così allargate a un bacino territoriale molto più grande, distribuito su quattro regioni (Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) e sei province (Perugia, Macerata, Ascoli, Fermo, Rieti e Teramo): in quest’area si concentrerà la maggior parte degli interventi del governo.

La novità più importante riguarda le città più grandi (Teramo, Rieti, Ascoli, Macerata e Spoleto) che avranno la facoltà di sospendere i vincoli del patto di stabilità e, per tutta la durata del decreto (ovvero fino alla fine dell’emergenza), dovranno sopprimere le imposte comunali soltanto a chi ha subìto danni e sarà in grado di dimostrarlo «mediante adeguata documentazione», come scrive il commissario alla ricostruzione Vasco Errani. La questione è di capitale importanza, ed è stata anche il principale scoglio – superato – nella stesura dell’elenco dei Comuni del cratere: sospendere le tasse locali a tutti i cittadini avrebbe voluto dire, almeno per le città più grandi, sfondare il proprio bilancio ed esporsi a un rischio fortissimo di dissesto finanziario. Le amministrazioni pubbliche, inoltre, avranno la possibilità di assumere fino a 350 persone con contratti a tempo determinato.

Stesso discorso per la protezione civile, che potrà assumere fino a 20 persone e allargare i propri cordoni di spesa fino a 140mila euro per quest’anno e 960mila euro per il prossimo. Per il resto, sarà finanziata al 100 per cento la ricostruzione delle case, mentre fuori dal cratere il governo darà contributi fino al 50 per cento del valore dei danni subìti. I sindacivedono aumentare i propri poteri e le proprie responsabilità: per ristrutturare i beni culturali, ad esempio, i Comuni potranno procedere ad affidare senza gara tutti i lavori di importo inferiore ai 40mila euro. In altre parole, i cantieri potranno aprire in tempo brevissimo, senza dover passare per il canonico percorso delle gare d’appalto.

I sindaci, poi, avranno l’onere di individuare le aree in cui insediare le abitazioni provvisorie, particolare che, in caso di mancata comunicazione, sarà a carico del Dipartimento di protezione civile e delle Regioni. Per rimettere in piedi il territorio demolito dal sisma, il governo ha anche varato imponenti misure finanziarie: 412 milioni per il 2016, 346 milioni per il 2017, 280 milioni per il 2018, 62 milioni per il 2019, 42 milioni per il 2020, 2 milioni per il 2021 e 140mila euro per il 2022. Entro una decina di giorni, il ministero dell’Economia provvederà a licenziare una serie di decreti per le variazioni al bilancio.

L’obiettivo è di completare la maggior parte dei lavori da qui a due anni, in modo da far tornare alla vita normale i paesi della fascia appenninica il prima possibile. La partita più importante, dunque, è quella contro il tempo: più ne passa e meno saranno le possibilità che i borghi montanari torneranno ad essere abitati.

Ecco l’elenco dei Comuni marchigiani compresi nel cratere:

PROVINCIA DI ASCOLI

- Primo cratere

Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Comunanza, Cossignano, Force, Montalto delle Marche, Montedinove, Montegallo, Montemonaco, Palmiano, Roccafluvione, Rotella, Venarotta

- Nuovo cratere

Appignano del Tronto, Ascoli, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Folignano, Maltignano, Offida, Spinetoli

PROVINCIA DI MACERATA

- Primo cratere

Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso

- Nuovo cratere

 Apiro, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Loro Piceno, Macerata, Matelica, Mogliano, Monte San Martino, Montecavallo, Muccia, Petriolo, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Ripe San Ginesio, San Severino, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia

PROVINCIA DI FERMO

- Primo cratere

Amandola, Montefortino

- Nuovo cratere

Belmonte Piceno, Falerone, Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montappone, Monte Rinaldo, Monte Vidon Corrado, Montefalcone Appennino, Montegiorgio, Monteleone, Montelparo, Ortezzano, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Smerillo.

venerdì 11 novembre 2016

Sul terremoto che non c'è stato...

Quanto segue, è ciò che scrive una mia amica veterinaria sulla sua pagina facebook:

"Un pomeriggio passato a Pieve Torina a cercar di recuperare gatti...la zona rossa è completamente deserta, abbandonata...case a cui manca una metà, altre con dei buchi, le più "sane" con le famigerate crepe a X... la scuola media devastata... uh ma guarda, lì ci parcheggiavo sempre! C'è silenzio, troppo, l'unico suono è quello delle cornacchie e delle taccole che sembrano essere a centinaia, ma che probabilmente sono le stesse che c'erano anche prima, ma che mescolavano i loro rumori con quelli della vita di tutti i giorni che ora non c'è più. Mi sento quasi in colpa perché io una casa dove tornare a togliermi le scarpe ancora ce l'ho. Eppure sotto il tendone della mensa del campo la gente ride e scherza con i vigili del fuoco e quelli della protezione civile..e la signora Maria, terremotata di Amatrice, tra un piatto di lenticchia consegnato e l'altro, ci racconta pure la barzelletta della pecora gialla e addirittura ci insegue x non farci andare via senza sapere il finale! Questo è lo spirito che ho visto oggi tra quelle persone, per le quali probabilmente ora la cosa che assomiglia di più al calore di una casa sono proprio quei momenti in cui si ritrovano tutti insieme a mangiare sotto i tendoni. Forza Marche, ce la faremo a rialzarci!"

Io, da pessimista quale sono, so per certo che infatti, se possiamo rialzarci, dovremmo farlo esclusivamente da soli. Ma so anche con certezza che nulla tornerà nè come prima, nè lontanamente come prima. Un altro esempio: Tolentino, cittadina turistica e termale, 20 mila abitanti, 11 mila sfollati...  L'ospedale di Amandola è stato completamente sgomberato perchè semidistrutto ed era stato risistemato da poco tempo...

giovedì 10 novembre 2016

Il terremoto?

Il terremoto non c'è mai stato. Questo è. Ad oggi, non si sa ancora (o meglio, si sa) se, come e quando avverrà questa fantomatica ricostruzione. Questa è la pagina fb del Castello Pallotta di Caldarola che ha resistito al terremoto di agosto ma che non ha superato quello del 30 ottobre. In quel castello si potevano fare visite guidate, pranzi, cene, cerimonie, convention... ed era (è) un bellissimo castello. Ora non si possono più fare. L'ultimo post risale a ieri e lo staff chiede aiuto. Questo è il grido di aiuto del castello, poi ci sono altre grida di aiuto, quelle delle persone dei paesini arroccati sui sibillini che non vogliono lasciare la loro terra, il loro lavoro, i loro animali ma soprattutto, le loro radici. E l'avevo detto e lo ripeto, questo terremoto (che in realtà non c'è stato) è un terremoto di serie b. E il governo ce lo ha fatto capire sin dall'inizio. Buona parte delle marche sta morendo o è già morta.

"La storia del Castello Pallotta è segnata da costruzioni e ricostruzioni ricorrenti.
È la storia inevitabile della nostra terra. Oggi siamo chiamati a rinnovare questa tradizione e scrivere la nostra parte di storia.
È un dovere morale: verso chi ci ha lasciato questo patrimonio, verso chi oggi lo possiede e lo custodisce con passione e non ultimo verso tutti i visitatori e gli amici che ne seguono le sorti e ne apprezzano la bellezza.
Quotidianamente stiamo monitorando la situazione. Dopo diversi sopralluoghi possiamo affermare che il castello è ancora vivo. Le condizioni non sono drammatiche.
Stiamo lavorando per alzarci di nuovo, ma abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti.
Tutti coloro abbiano a cuore le sorti del Castello e di una comunità intera.
Non esitate a contattarci.
Siamo raggiungibili telefonicamente al 3477974639 o tramite mail a info@castellopallotta.com

Lo staff"

Donald Trump non ha un programma

Vi hanno informato di come insulta le donne, i messicani, gli immigrati – e i giornalisti. Conoscete le signore che ha palpato 35 anni orsono. Ma del suo programma politico non vi hanno detto niente. Anzi, vi han fatto credere che un pagliaccio come quello non ha alcun programma. Ecco i punti che Donald Trump ha delineato nel suo recente discorso a Gettysburg, che Newt Gingrich ha definito “il più importante discorso politico della storia recente americana”.

1 – Metterà un termine (ciò richiede un emendamento costituzionale) al numero di volte in cui un parlamentare può essere rieletto: l’assenza di tale limite ha reso il Senato Usa una casta di inamovibili. John McCain per esempio è senatore ininterrottamente da 16 anni, e prima è stato parlamentare dal 1983 al 2000. Quarant’anni sulla scena politica.

2 – Blocco delle assunzioni dei dipendenti federali (tranne forze armate, sanità pubblica e polizia) allo scopo di ridurne il numero per attrizione.

3 – Istituire un divieto di cinque anni per i dipendenti della Casa Bianca e del Congresso che lasciano il servizio, prima che possano impiegarsi come lobbisti. Il divieto sarà a vita per i dirigenti della Casa Bianca che fanno lobby per uno stato estero.

4 – Vietare ai lobbisti esteri di dare fondi per le elezioni americane.

5 – Rinegoziare il trattato commerciale NAFTA, o ritirarsene.

6 – Annunciare il ritiro dal Trans-Pacific Partnership (zona commerciale di cui fanno parte 12 paesi: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti, Vietnam).

7 – Dare al Segretario al Tesoro le direttive per accusare la Cina di manipolare la sua valuta (esportando di fatto sottocosto). Direttive al Segretario al Tesoro e allo US Trade Representative di identificare tutti gli abusi delle nazioni estere esportatrici che si traducono in un danno ingiusto ai lavoratori americani, e perché mettano fine immediatamente a tali abusi.

8 – Togliere tutte le restrizioni (volute dagli ecologisti) che limitano l’estrazione delle riserve energetiche americane; dare il via ai progetti infrastrutturali come l’oleodotto Keystone (dall’Alberta, Canada, al Texas), bloccato da Obama per motivi ambientalisti.

9 – Cancellare i miliardi dati all’ONU per far avanzare i programmi di cambiamento climatico, e dirigere quei fondi a rammodernare la rete idrica e le strutture ambientali dell’America.

10 – Abolire tutti gli atti esecutivi incostituzionali emanati dalla presidenza Obama.

11 – Iniziare le procedure per sostituire il giudice della corte suprema Antonin Scalia (cattolico, conservatore, bestia nera dei LGBT), da poco defunto: Trump ha dichiarato di avere “una sua lista di venti giudici che difenderanno la Costituzione”.

12 – Cancellare ogni finanziamento federale alle “Città Santuario” (Sanctuary Cities): sono una dozzina di grandi città (New York, Chicago, San Francisco) dove il Comune, progressista, vieta alle sue polizie locali di collaborare con le autorità federali di repressione dell’immigrazione clandestina, per esempio non richiedendo mai i documenti ad un individuo per accertarne lo stato di immigrante illegale.

13 – Cominciare l’espulsione dei due milioni di immigrati illegali che hanno commesso reati; cancellare i visti d’entrata in Usa agli stati esteri che non si riprendono indietro questi immigrati; sospendere l’immigrazione da aree del mondo dove pullula il terrorismo, e dove la selezione non può avvenire con sicurezza.

14 – Lavorare col Congresso ad una Legge di Alleviamento e Semplificazione Fiscale per la Classe Media: un piano economico di forti riduzioni e semplificazioni fiscali specificamente destinato alle classi medie. Una famiglia di classe media con due figli avrà un taglio fiscale del 35%. Il numero di scaglioni fiscali sarà ridotto dagli attuali 7 a 3. L’aliquota per le imprese, ridotta dal 35 al 15 per cento. Le migliaia di miliardi che le multinazionali americane hanno all’estero, saranno rimpatriati con una tassazione del 10%.

15 – Lavorare col Congresso per cancellare lo Offshoring Act, la legge che facilita le aziende a delocalizzare la produzione all’estero (licenziando i lavoratori americani) e importare i loro prodotti esenti da tasse. Anzi, imporre tariffe che scoraggino questi metodi.

16 – Lavorare col Congresso per una Legge sulle Infrastrutture che, attraverso partnership pubblico-private, e incentivi fiscali ai privati, mobiliti mille miliardi di dollari in 10 anni per la riparazione delle infrastrutture (oggi del tutto trascurate) del paese. Sarà “revenue neutral”, lo Stato non preleverà imposte da questo programma.

17 – Lavorare col Congresso ad una legge scolastica che ridiriga i fondi per la pubblica istruzione allo scopo di restituire ai genitori la scelta in quali scuole mandare i propri figli. Dare la supervisione delle scuole alle comunità locali. Espandere la istruzione tecnica. Rendere il college (2- 4 anni) più abbordabile.

18 – Lavorare col Congresso all’abolizione totale dello Obamacare (la “riforma della previdenza sanitaria” di Obama, rivelatasi disastrosa) e sostituirla con Conti di Risparmio Sanitari, la possibilità di scegliere assicurazioni sanitarie al di fuori del proprio Stato, e dare agli Stati il compito di gestire i fondi Medicaid. Snellire la FDA.

19 – Lavorare col Congresso ad una Legge per cure mediche sostenibili per Bambini e anziani. Permettere di dedurre le spese sanitarie per bambini e anziani dalle imposte; incentivare datori di lavoro a fornire asili-nido aziendali; creare Conti di Risparmio per la Sanità di giovani e anziani “a carico”, esenti da tasse, con contributi per adeguare la partecipazione delle famiglie a basso reddito.

20 – Lavorare col Congresso ad una Legge per finire l’immigrazione illegale. Finanziare la costruzione di un muro nel confine meridionale, con l’intesa che sarà il Messico a rimborsarne il costo (sic); decretare due anni di prigione minimo per il rientro illegale in Usa dopo un’espulsione, e di minimo 5 anni se chi rientra è stato già condannato per reati gravi. Aggravare le pene per chi supera il periodo di soggiorno indicato nel visto d’entrata.

21 – Lavorare col Congresso per costituire una task force sui crimini violenti, accrescere i fondi per programmi di addestramento.

22 – Lavorare col Congresso per una legge di Riabilitazione della Sicurezza Nazionale. A Gettysburg, Trump ha parlato soprattutto ai reduci delle mille guerre americane, lasciati spesso nella miseria e nelle strade, malati, senzatetto. Ma è noto che vuole una revisione della NATO, e in genere degli obblighi degli Stati Uniti all’estero; gli alleati non devono contare su una difesa automatica da parte di Washington; e vuole un’intesa con Mosca.

Al di là delle esagerazioni (dopotutto, alla Berlusconi o Beppe Grillo), il filo demagogico e sbruffonerie (si noti quante volte gli occorrerà “lavorare col Congresso”, la cui simpatia non è affatto garantita, per attuare le sue riforme), una cosa è chiara: il programma di Trump ha cura delle classi medie ed operaie, umiliate dalla globalizzazione.

Quando parla di “60 mila fabbriche che hanno dovuto chiudere negli ultimi quindici anni e i cinque milioni di lavori industriali distrutti”, non s’inventa niente – e dice una verità che i politici non hanno mai pronunciato a così alta voce, e scalda i cuori degli umiliati. Dice chiaro che la globalizzazione economica è stata una sciagura per l’America lavoratrice.

Protezionista senza complessi, Trump propone di aumentare i dazi sui prodotti importati – e fino al 40% sulle merci cinesi. Ha applaudito al Brexit (Nigel Farage è suo grande amico), è contro tutti i trattati mondializzatori, TTP, Accordo di Libero Scambio con la UE e con gli asiatici, “colpo mortale all’industria manifatturiera degli Stati Uniti”. Ha ventilato addirittura l’uscita degli Usa dalla World Trade Organisation, Organizzazione Mondiale del Commercio, gendarme e poliziotto del liberismo globale, “un disastro”. Anatema per lorsignori di Washington, teorici economisti, e i profittatori di Wall Street, ma che riempiono il cuore di speranze nella Rust Belt, la vasta zona delle aree industriali dismesse dove gli impianti arrugginiscono e la disoccupazione e la povertà dilagano.

Siccome parla a questi cuori di lavoratori e disoccupati, Trump – al contrario dei repubblicani – non vuole tagliare le spese di previdenza sanitaria e di assistenza pubblica: molti elettori repubblicani, senza lavoro, di 65 anni hanno bisogno della Social Security (la pensione di vecchiaia) e Medicare (l’assistenza malattia, minima, dei poveri) ampliata da Obama. Ha promesso la riduzione dei prezzi dei farmaci, e proposto la riduzione di una imposta federale che tocca i 73 milioni di famiglie di reddito modesto.

Per contro, aumenterà il carico fiscale – ha giurato – sui traders degli hedge funds che guadagnano fortune, sugli speculatori di Wall Street; ha promesso il ripristino della Glass-Steagall Act (la legge che vietava la commistione banca di risparmio e banca d’affari speculativa, votata nel 1933 e abrogata da Clinton nel 1990 – causa della crisi Lehman e Subprime del 2007.

Fonte: nexusedizioni.it

mercoledì 9 novembre 2016

E poi arriva lei...

... a dire una cretinata del genere. E la paghiamo pure.

La provocazione della deputata del Pd. «Questa elezione è una tragedia, non potevamo avere una notizia più brutta, l'unica cosa che ci può aiutare è pensare che il 2016 è un anno bisestile. Incredibile, una disgrazia dopo l'altra. Per me l'elezione di Trump è peggio del terremoto francamente». Lo ha detto Ileana Argentin, deputata del Partito Democratico, questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, secondo quanto riferisce l'emittente.  «Il governo di Obama è stato straordinario. Trump ha dimostrato di essere razzista, lontano dalla quotidianità e dalla normalità del vivere comune, quindi è un pò un essere che scende con i suoi milioni di dollari in un Paese. Con il potere che avrà combinerà tanti guai anche se mi auguro che poi tutto rientri in una situazione di normalità. All'elezione di Trump non riesco ancora a credere. Trump potrebbe essere una vera e propria miccia che con facilità metterà i fucili in mano alla gente. E la cosa che mi manda in follia è che gli americani ancora una volta credono che tutto si possa cambiare con l'arroganza, con chi grida più forte», aggiunge la deputata dem. Argentin, infine, vede somiglianze tra Trump e Grillo: «L'arroganza li accomuna, così come il fatto di gridare sempre contro qualcuno senza mai proporre qualcosa. E poi non sanno mediare. Chi non sa mediare può comandare ma non certo amministrare». 

M5S, "PEGGIO DI TERREMOTO? IL PD HA PERSO LA TESTA..." 
  
«Apprendo dalle agenzie che secondo la deputata del Pd Ileana Argentin l'elezione di Trump è peggio del terremoto. Spero umanamente che questa frase non sia vera e che venga prontamente smentita perché, in caso contrario, sarebbe davvero sconvolgente. Qualcuno ha perso la testa». Così in una nota la deputata marchigiana M5s, Patrizia Terzoni. «Sono di Fabriano - prosegue - e insieme a tanti miei corregionali e cittadini delle altre regioni colpite stiamo vivendo settimane terribili, nel costante terrore che la terra torni a tremare. Abbiamo avuto quasi 300 morti, decine di migliaia di sfollati, persone che hanno perso tutto, territori azzerati. Davvero è anche difficile trovare gli aggettivi giusti per definire queste dichiarazioni».

Sulla vittoria di Donald Trump


Gli americani...

Oh, caspita, ha vinto quel mostro maschilista e xenofobo di Trump! Non ci posso credere!

venerdì 4 novembre 2016

Sulla immensa stupidità

Dunque, cari idioti politici, voi non avete la più pallida idea di cosa abbia significato questo terremoto per tante, troppe persone. Andate lì, vi fate vedere mezzora, adottate pelose frasette di circostanza: "non vi lasceremo soli", "ricostruiremo tutto"... e blablabla. No, a quelle persone già le avete lasciate sole da subito e da dopo, in certi paesini arroccati sulle montagne, non ci siete passati voi politici e non c'è passato nessun altro. Ci sono solo cumuli di macerie e basta. Non immaginate nemmeno che ci sono animali lasciati morire di sete e di fame, ed erano animali che servivano a quelle persone per fare formaggi, salumi e per sopravvivere. Non immaginate nemmeno che ci sono gatti e cani morti sotto le macerie o lasciati morire di fame e di sete. Avete fatto passerelle ad Amatrice, a Norcia e a Cascia ma, controllate la cartina di quanti paesini c'erano sui sibillini e che adesso non ci sono più. Non conoscete quella gente che ha perso tutto e, soprattutto, non conoscete i luoghi. E quindi, per favore, evitate di dire che "ricostruiremo tutto come prima". Perchè è impossibile. Non illudete le persone che hanno perso tutto e che non avranno più niente. Sinceramente, se la mia casa crollasse, spererei di morirci dentro. Perchè sarebbe difficile ricominciare una vita dopo. Quell'anziano che si è sparato dopo aver visto la sua casa, i suoi sacrifici di una vita, crollare, non ha retto e forse ha avuto ragione. E soprattutto, non dite cazzate così tanto per dirle perchè i bambini, capiscono molto di più degli adulti. Per inciso, si, lei è nata nelle marche e nelle marche ha una immensa tenuta, è laureata ed è la presidentA della camera... ma è più stupida di una foca.

Porto San Giorgio

Una nuova scossa, di bassa è breve intensità si è registrata stamattina con epicentro a Porto San Giorgio, quindi, sul mare.

mercoledì 2 novembre 2016

Un comunicato

TERREMOTO: SNAM E GOVERNO METTANO LA PAROLA FINE AL MEGAGASDOTTO APPENNINICO

L’Appennino centrale continua a tremare con effetti devastanti su popolazioni ormai allo stremo. I sismologi sostengono che, quanto accaduto il 24 agosto, il 26 ottobre e dopo la scossa di ieri, faccia supporre che siamo di fronte a tre terremoti distinti, i quali hanno prodotto un susseguirsi di attivazione di faglie e sciame sismico con magnitudo elevata, apertura del terreno e dislocazione del piano di campagna: un “contagio sismico” con un effetto domino molto preoccupante secondo il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). I sismologi spiegano che è l’intero sistema di faglie dell’Appennino che si sta muovendo, vale a dire che Amatrice è “figlia” dell’Aquila e i due ultimi eventi sismici sono “figli” di Amatrice. Di fronte a quello che sta succedendo siamo costretti a gridare forte: la Snam e il Governo Renzi chiudano una volta per tutte la vicenda del supergasdotto lungo l’Appennino. Insistere con un’opera tanto  pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla  sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia. Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti…,sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice? Le faglie non hanno ancora smesso di muoversi, dicono i sismologi e, in questo contesto, Sulmona e la Valle Peligna, dove oltre al gasdotto la Snam vuole insediare anche la centrale di compressione, dovrebbero stare tranquille?  Gli esperti non si stancano di ricordarci che il nostro problema è la faglia del Morrone, “silente” da oltre 1900 anni, ma che potrebbe attivarsi in ogni momento con un terremoto che potrebbe raggiungere una magnitudo di 6.5. Le rassicurazioni che sistematicamente vengono date, non tranquillizzano affatto i cittadini: il rischio per l’incolumità delle persone esiste data l’elevata sismicità delle zone attraversate e lo ha esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nella risoluzione unanime del 26 ottobre 2011, con la quale impegnava il Governo alla modifica del tracciato. Non è ammissibile che gli interessi della multinazionale del gas possano prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza e la propria salute. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che accelera i tempi per le grandi opere e che entrerà in vigore il prossimo 11 novembre. Nessuna opera cosiddetta “strategica”, può essere anteposta alla incolumità delle persone!

I nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli, dietro la spinta del movimento dei cittadini, hanno espresso la loro contrarietà all’opera, ma si sono fermati all’approvazione di meri atti amministrativi, senza mettere in campo nessuna efficace iniziativa nei confronti del Governo. Considerata la forte preoccupazione esistente nella nostra popolazione per quello che potrebbe accadere se l’opera venisse a breve autorizzata, auspichiamo un immediato ed incisivo intervento da parte del Sindaco di Sulmona e degli altri Sindaci del territorio, del Presidente della Provincia, della Regione e dei Parlamentari. ORA E SENZA NESSUN INDUGIO!. Il governatore Luciano D’Alfonso, insieme ai governatori dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, chiedano al Presidente del Consiglio Renzi di fermare ogni procedura autorizzativa rispetto al gasdotto e alla centrale e di dare attuazione alla decisione, finora disattesa, del Parlamento italiano attraverso la risoluzione dell’ottobre 2011 e ribadita nel dicembre dello scorso anno: l’attivazione di un tavolo tecnico-istituzionale al fine di individuare una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica.

Sulmona, 31 ottobre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

#IOVOTONO

Un altro buon motivo per votare NO al referendum del 4 dicembre... sempre che non venga rimandato da re giorgio.

La Germania invade il campo "Un'Italia migliore con il Sì". Il ministro dell'Interno tedesco tende la mano a Renzi sul referendum. Ma chiude su flessibilità e immigrati di Francesca Angeli

«Con il sì al referendum un futuro migliore per l'Italia». A un mese dalla consultazione popolare sulla riforma costituzionale e dopo quello del presidente Usa Obama arriva l'ennesimo endorsement per Matteo Renzi. Questa volta è il ministro degll'Interno tedesco Thomas De Maizière, intervistato da Maria Latella per Skytg24 a venire in soccorso del premier. «Non spetta a me esprimere un giudizio sulla struttura sociale di un popolo», si schermisce il ministro che poi però questo giudizio lo esprime ed assai chiaramente. «Quando la struttura parlamentare non è abbastanza efficiente è il popolo a dover intervenire -afferma De Maizière - Riconosco il coraggio di questo governo nel voler cambiare la Costituzione e la struttura decisionale di questo Paese. Potrà dare all'Italia un futuro migliore. Approvare un simile cambiamento per il futuro è una decisione coraggiosa».

Proprio un paio di giorni fa il quotidiano Repubblica, che fino ad ora aveva sempre dato in testa il Sì, ha pubblicato un sondaggio che registrava il sorpasso del No. Se a votare il 4 dicembre andassero i leader europei o il presidente Usa, Renzi dormirebbe sonni tranquilli ma invece a votare andranno gli italiani che sono ancora nella stragrande maggioranza indecisi se non addirittura orientati per il No. E non è detto che l'interferenza dei leader stranieri non sia un boomerang per il governo. È già successo con le dichiarazioni rilasciate poche settimane fa dall'ambasciatore Usa in Italia, John Phillips. Le sue parole, «se vince il No addio agli investimenti americani», erano apparse come un'inaccettabile pressione sull'opinione pubblica del nostro paese, provocando la dura reazione delle opposizioni.

La presa di posizione di De Maizière non è certamente una sorpresa visto che Berlino aveva chiaramente fatto capire che Angela Merkel si era schierata al fianco di Renzi per sostenere le sue riforme. Berlino e anche il resto d'Europa. All'inizio di ottobre Pierre Moscovici, commissario agli Affari Economici, aveva parlato di «una minaccia populista» che incombe sull'Italia. Moscovici aveva lasciato intendere che pur di scongiurarla la Ue era pronta a sostenere gli sforzi di Renzi, lasciando aperto uno spiraglio per una maggiore flessibilità dei conti. Nell'intervista di ieri De Maizière sulla flessibilità è stato molto più rigido ricordando che «ci sono obblighi europei e questo vale per tutte le parti».

Anche sulla questione immigrazione il ministro tedesco ha lanciato qualche stoccatina all'Italia colpevole «in passato di un deficit nella registrazione degli immigrati» che così sono arrivati nel nord Europa mentre, ha aggiunto, «l'Italia si comporta in modo corretto, quando registra gli immigrati e non li esorta ad andare al nord». De Maiziere, incalzato dalla Latella, è stato molto chiaro sulla questione delle ricollocazioni chiamando in causa anche il nostro ministro dell'Interno. «La ricollocazione in Europa deve riguardare persone vulnerabili. Cioè bisognose di protezione - avverte - Quando Angelino Alfano mi dice che il 70-75 per cento di coloro che arrivano in Italia sono migranti economici, dunque non soggetti vulnerabili, dev'essere chiaro che queste persone non saranno ricollocate». Insomma il sostegno a Renzi da parte del governo tedesco alterna bastone (niente sconti su flessibilità e crisi migranti) carota, ovvero benedizione per il Si.

De Maizière infine pur invitando a «non fare di tutta l'erba un fascio» ha confermato che «tra i rifugiati possono nascondersi anche combattenti dell'Isis».

lunedì 31 ottobre 2016

Come volevasi dimostrare...

Non ho capito in tutto ciò che voce in capitolo dovrebbe avere Don Euro (il don vinicio della vicenda Mancini), ma tant'è che gente come lui, pur di guadagnare soldi e visibilità, fa questo ed altro.

Noi, terremotati di serie B. Lo Stato ci volta le spalle”. I comuni all’esterno del “cratere” non ricevono gli aiuti straordinari. Il sindaco di Muccia: “Tutto distrutto ma la Protezione civile non si è vista”

Guai a finire lontani dalle telecamere in caso di terremoto. Ben lo sanno i sindaci. «Nel 1997 - racconta il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci - siccome l’attenzione dei media era tutta per Assisi e Foligno, città straordinarie per carità, ma nessuno si filava noi marchigiani, le risorse furono divise non equamente: il 65% andò a loro, il 35% a noi». 

Ecco dunque perché si battono per avere un briciolo di attenzione. È la premessa per entrare nel cosiddetto «cratere», là dove poi arriveranno gli aiuti straordinari dello Stato. Per un territorio è questione di vita o di morte. Filippo Saltamartini, sindaco di Cingoli, nel maceratese, ha dovuto far evacuare l’ospedale e ora ha chiuso al traffico un imponente viadotto, già malandato, inoltre assiste una cinquantina di residenti che vivono fuori casa. Siccome Cingoli è fuori dal cratere, quel sindaco rischia di restare ingabbiato dal Patto di Stabilità, ossia senza i soldi dallo Stato e senza poter spendere nemmeno quelli del Comune. Dice: «Si dovrebbe guardare ai danni reali e permettere ai sindaci di intervenire, non questa pazzia del cratere sì o cratere no».  La storia si ripete a Matelica. E a Tolentino, burocraticamente parlando, il terremoto non si sarebbe sentito: peccato che da ieri siano in 400 senza casa e aumenta, ora dopo ora, la lista degli edifici dichiarati inagibili. A San Severino Marche il 40% delle case è lesionata, ma non è prevista alcuna procedura straordinaria. Sarebbe fuori dal cratere pure Camerino, che lamenta tanti danni e soprattutto è spaventata dalla fuga degli studenti universitari, motore dell’economia locale. Già, l’economia. Don Vinicio Albanese, fondatore della comunità di Capodarco, che ben conosce queste zone, si è raccomandato: «La ricostruzione deve essere innanzitutto economica e sociale. Prima vengono le comunità, poi le case». È quello che paventano tanti sindaci. Dice Marco Rinaldi, da Ussita: «Se non aprono gli impianti da sci, cade il lavoro e muore il paese. Il rischio è la desertificazione». A Preci, Pietro Bellini sta cercando di frenare l’esodo dei suoi concittadini: «Se ne sono andati via in tanti ed è un dramma. I danni si riparano, le comunità non si ricreano». 

Il sisma ha colpito duro un pezzo di Marche e di Umbria che vive di piccola e media industria. La Varnelli, per dire, pregiata produttrice di anice, ha fatto sapere che riprenderà subito la produzione. Così tanti salumifici della zona. Gli amministratori locali, intanto, sono tra l’incudine e il martello. Da una parte c’è il freddo che incombe. Dall’altra, il pericolo di spopolare paesi che già si reggevano a malapena. E a mandare via la gente o a chiudere strade, come riparte la produzione?  A Muccia, c’è un giovane vicesindaco, Samuele Cucculelli, che da giorni dorme in camper con moglie e due figli piccoli. «Più di tanto non possiamo reggere». Nel pomeriggio si festeggia con una merenda alla bell’e meglio il compleanno di Lorenzo, che compie 5 anni. E per fortuna oggi c’è il sole. «È vero, le persone non sono contente di andare via, ma con il gelo, come si fa...». 

Qui la Protezione civile di fatto non è mai arrivata. Dal 24 agosto non è venuto un solo tecnico da fuori. Erano sempre gli ultimi nella lista d’attesa. S’infervora il sindaco, Mario Baroni: «I sopralluoghi li ha fatti il nostro ufficio tecnico. Avevamo sistemato 70 persone. Ma ora è tutto inagibile e sono in 920 senza casa». Una disattenzione che continua. A Muccia molti continuano a dormire in macchina, altri in una tensostruttura o nei container appena liberati dagli operai che lavoravano alla superstrada. Ai fornelli il cuoco che era dell’agriturismo. E figurarsi che Muccia è considerata ufficialmente terremotata, ricompresa nella lista dei 64 Comuni del cratere. E chi è fuori? Zero assoluto. Dal piccolo Comune di Apiro, sempre nel maceratese, il sindaco Ubaldo Scuppa grida: «Ci hanno lasciati del tutto soli. Con le nostre forze abbiamo evacuato una settantina di persone. Ho 24 edifici pubblici inagibili e così tutte le chiese. Sono veramente amareggiato». 

domenica 30 ottobre 2016

Una impressione sinistra

Ho l'impressione che questo sia per tutti un terremoto secondario. Sono letteralmente svaniti dei piccoli e bellissimi borghi storici sui sibillini, la popolazione marchigiana è quasi abbandonata a se stessa mentre si continua a parlare del terremoto di Amatrice, e non c'è nessuna corsa sfrenata per dare aiuto. Non lo so, ma, leggendo i commenti sui vari post di facebook, sembra che ci siano terremoti di serie A e terremoti di serie B. E questo, mi sa tanto di terremoto di serie B. 

Norcia è importante, percarità ma Camerino, città universitaria, è ridotta molto molto peggio di Norcia.

Davvero...

... io non so più che cosa dire a questo punto. Un'altra forte scossa alle 7 e 41 ci ha svegliati, è stata stimata inizialmente a 7.1 di magnitudo, scesa poi a 6.5. E' stata ancora peggio di quella delle 21 dell'altro giorno. Sui Sibillini, ciò che era rimasto in piedi, è crollato del tutto. Interi piccoli borghi svaniti nel nulla. Non ci sono morti, per fortuna ma resta il fatto che la gente ha perso tutto.

giovedì 27 ottobre 2016

Aggiornamenti

Questa è una foto degli attimi dopo il secondo terremoto, per inciso, quello delle 21 circa, di 6.3 e non come erroneamente dicono, di 5.9. La località, è quella di Camerino, altro paese medievale che accoglie tante università, tanti studenti e anche tanti turisti. Camerino, è uno dei paesi messo meglio. Credo che l'immagine spieghi un pò come stanno le cose. Oggi, fonzarelli è passato a rassicurare la popolazione. Avrà detto loro che non resteranno nè indietro e nè verranno lasciati soli. C'è stata solo una vittima e non per un crollo, bensì per infarto. E' andata discretamente riguardo a questo. Ci sono però, oltre 2000 sfollati. Io continuo a pensare che non è finita e che il prossimo sarà molto peggio di questo.

mercoledì 26 ottobre 2016

Terremoto

Ennesima forte scossa. Epicentro Sant'angelo sul nera, provincia di macerata. Intensità, 5.4. Parecchia paura ma stiamo bene.

 [Edit]: 21,27, pochi minuti fa, una seconda lunghissima scossa di 6.2. Non è bello, no, no. Non riesco ad immaginare cosa ci aspetta per la notte. Davvero.

Razzisti! Razzisti! Un cazzo

Insomma, ribellarsi all'invasione clandestina è da merde. Parola di Vauro e di tutti gli altri radical chic sinistrati del cazzo. Parliamo chiaro, l'invasione è clandestina e appoggiata da questo infame e illegale governo. Perchè gli fa comodo. Però, le altre nazioni che fanno parte della Ue, non li vogliono e quindi, devono restare da noi a spese nostre. E la storia, comincia a rompere i coglioni anche alle persone più miti che vivono in paesini sperduti. In quanti conoscono le piccole realtà di piccoli e tranquilli paesini sparsi in tutta italia? Lo sa solo chi ci vive. Al massimo, può accadere una rissa tra adolescenti una volta l'anno, per tutto il resto del tempo, si vive in tutta calma. I clandestini portano disagio e scompenso. C'è poco da nasconderlo. E non certo perchè chi vive in piccoli paesini sono dei trogloditi o di mentalità chiusa. Perchè i piccoli paesini sono ancora delle oasi di pace. Io ci vivo da anni in una di queste oasi di pace che ora non lo è più con l'avvento, appunto, dei clandestini, dei magrebini, dei rom ai quali è stata data anche la residenza. Cosa è successo? Niente, risse, accoltellamenti, spaccio, rapine e degrado, tanto degrado. E se la gente comincia a ribellarsi, inutile prenderla per il culo, ha i suoi motivi.

Intanto, questo è ciò che scrive in un commento al post di Nessie, Maria Luisa che è di quelle zone: "A Ferrara vi sono due scuole di pensiero:la prima è quella di chi è stanco di vedere la propria città invasa, violentata da gente che non ha il minimo rispetto di chi li ha accolti e quella di chi afferma che si deve accogliere, che bisogna salvare vite umane e che ci si deve integrare, purtroppo supportata da una classe politica che non ascolta il disagio della popolazione, arrogante e prevaricatrice e che ha come arma l'offesa e la denigrazione di chi non la pensa come lei.Da aggiungere una cooperativa che fa il bello ed il cattivo tempo e che è l'unica a partecipare e vincere i bandi per l'accoglienza dei clandestini, anzi ultimamente si è permessa di dire che i ferraresi sono pronti per l'accoglienza in famiglia e che si andrà in quella direzione.Tornando a Gorino è un piccolo paese, anzi una frazione di 2000/3000 abtanti che si è trovata d'imperio a dover dare ricovero a una ventina di migranti:nessuno aveva interpellato il sindaco né il proprietario dell'ostello, che funge da bar e unico posto di incontro dei paesani.Gli abitanti di Gorino avranno votato PD, ma hanno un certo "caratterino" e non sopportano le imposizioni, né tutto ciò che lede i loro diritti.Faccio mia la supposizione di un mio amico (è maligna ma forse non del tutto errata):quando i politicanti hanno visto alzarsi la maretta hanno spedito donne e bambini per denigrare i riottosi.Da tutte le parti si sono innalzate invettive contro i cattivoni, ma questi abitanti di Gorino sono gli stessi che non hanno avuto problemi ad ospitare famiglie di Bosniaci.Forse, ma non sono sicura anche se penso di conoscere un po' le genti del Delta ,se l'approccio fosse stato differente le cose avrebbero avuto un altro corso. Gorino è il terzo paese della provincia che non accetta clandestini a sorpresa, prima Bondeno (ma lì il sindaco è della Lega), poi Gaibanella, paese a guida PD.E naturalmente l'anima nera di tutto lo sconquasso è il leghista Lodi.Possibile che non facciano un po' di sana autocritica e si domandino il motivo di queste ribellioni?Tre coincidenze fanno una prova.
Ecco che cosa afferma il prefetto: http://www.estense.com/?p=578366"

Goro, la rivolta anti-migranti: "Basta, questo paese è nostro". A Goro e Gorino il giorno della protesta (vittoriosa) contro i migranti che sarebbero dovuti andare in un ostello requisito dal prefetto: "Pagiamo le tasse, il paese è nostro" di Claudio Cartaldo

Goro si ribella. Si è ribellata alla decisione del prefetto di requisire un intero piano dell'ostello del piccolo paese per metterci 12 donne e 8 bambini. Sono scesi in piazza e hanno impedito l'arrivo del bus, alla fine hanno vinto loro, obbligando il prefetto a spostare a Ferrara e Comacchio i migranti.

Il giorno dopo la rivolta pacifica i cittadini di Goro sono tornati a spiegare alla stampa le loro ragioni. "Noi paghiamo le tasse - hanno detto - e questo paese è nostro". Stranieri, insomma, non sono i benvenuti. Goro e Gorino sono due paesi strani. Anche gli altri ferraresi li considerano un mondo a parte, un posto che "vive per i fatti suoi". Luoghi di persone che vivono grazie alle vongole e che non vogliono rischiare di ritrovarsi situazioni che possano mettere a rischio l'economia locale.

"Non ci hanno detto nulla - hanno detto al Messaggero - E poi il locale sequestrato a lavoratori onesti, che pagano le tasse....". Appena 450 abitanti ci sono a Gorino. Circa 6mila a Goro. "Mi hanno dato dei fogli - dice Sanela Nikolic, proprietaria dell'ostello il cui primo piano era stato requisito dal prefetto - Mi hanno detto: le sei camere sono sequestrate, che tu voglia o no. Eppure noi avevamo comunicato alla prefettura che non eravamo disposti ad ospitare i migranti, è il primo anno che guadagniamo qualcosa".

Il sindaco di Gorino, Diego Viviani, non ci sta a passare da razzista. "Siamo disponibili come gli altri - ha detto - siamo italiani: ci dispiace che il ministro Alfano ci abbia bollato come incivili".

martedì 18 ottobre 2016

Il fantastico jobs act fonzarelliano

L'Inps affossa il Jobs Act: crollano le assunzioni. Il Jobs Act a quanto pare continua a fare acqua da tutte le parti: -32 per cento di assunzioni a tempo indeterminato nei primi 8 mesi 2016 di Luca Romano

Il governo predica crescita e la realtà invece mostra come il Paese sia fermo. Il Jobs Act a quanto pare continua a fare acqua da tutte le parti. E a testimoniare una crescita ferma e un'occupazione in calo arrivano i dati dell'Inps sui primi 8 mesi del 2016 che fanno registrare un -32,9 per cento nelle assunzioni con un contratto a tempo indeterminato. "Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-agosto 2016 sono risultate 3.782.000, con una riduzione di 351.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (447.000). Il rallentamento delle assunzioni ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395.000, pari a -32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015".

Come già segnalato nell’ambito dei precedenti aggiornamenti dell’Osservatorio, sottolinea l’Inps, «il calo va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%)", afferma in una nota l'Osservatorio sul precariato dell'Istituto di previdenza sociale. La musica però cambia leggermente per i contratti a termine e quelli di apprendistato. Per i contratti a tempo determinato, nei primi otto mesi del 2016, si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Per i contratti in apprendistato si osserva una crescita, rispetto all’analogo periodo del 2015, del 18,0%. I contratti stagionali invece registrano una riduzione del 7,4%. In relazione all’analogo periodo del 2015, le cessazioni nel complesso, comprensive anche dei rapporti di lavoro stagionale, risultano diminuite del 7,3%. La riduzione è più consistente per i contratti a tempo indeterminato (-8,3%) che per quelli a tempo determinato (-5,2%). E sui dat dell'Inps arriva il commento di aolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Segretario della Lega Lombarda: "L'Inps oggi ha certificato che il 'Jobs act' è stato un fallimento totale, tanto che nei primi otto mesi del 2016 c'è stato un vertiginoso e preoccupante calo del 32'9% nelle assunzioni con un contratto a tempo indeterminato ovvero quasi 400 mila assunzioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. In compenso, sempre grazie a questo mirabolante provvedimento, i licenziamenti sono aumentati nello stesso periodo del 20% passando da 35mila a 46mila... E il bello è che appena un mese Renzi su Twitter sosteneva che il 'Jobs Act' stava funzionando... Chissà se il Pinocchio fiorentino ha letto i dati Inps o preferisce leggerli al suo ritorno in Italia per non farsi andare di traverso la cena gustata alla Casa Bianca...".

Il guerrafondaio a favore del si...

Il peggior presidente che l'america abbia mai avuto, guerrafondaio (ricordiamolo, premiato con nobel per la pace in maniera preventiva) e stupido, che ha distrutto intere nazioni per imbecillità e che ci vorrebbe portare in guerra con la russia, nonostante stia per terminare il suo mandato, continua ad infilare il naso negli affari italiani. Mi auguro che vinca Trump e che Obamba finisca per sempre nel dimenticatoio o in un pozzo nero come lui stesso.

Obama a gamba tesa sul referendum: "Il sì aiuta l’Italia". Renzi accolto alla Casa Bianca per l'ultima cena di Stato del presidente Usa. L'assist di Obama: "Tue riforme coraggiose" di Andrea Indini

Prima l'assist sulla manovra economica con una stoccata all'Unione europea, poi l'entrata a gamba tesa nella campagna referendaria con uno spot per il "sì" alle riforme costituzionali. Matteo Renzi viene accolto alla Casa Bianca per l'ultima cena di Stato del presidente statunitense e incassa un appoggio senza precedenti da Barack Obama. "Matteo sta portando avanti riforme coraggiose - scandisce il capo di Stato americano - noi sosteniamo il referendum per un sistema politico più responsabile".

Non è la prima volta che gli Stati Uniti mettono becco nel nostro Paese. E, con buona pace di tutti, non sarà nemmeno l'ultima. A settembre l'ambasciatore americano a Roma John R. Phillips aveva già detto chiaramente che Washington gradirebbe la vittoria del "sì" al referendum del 4 ottobre. Un'invasione di campo che aveva generato non pochi mal di pancia fuori e dentro al parlamento. Obama fa di più. Il tifo per Renzi è ancor più smaccato. Prima concede un'intervista a Repubblica per attaccare l'Unione europea e difendere la manovra economica appena presentata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a Bruxelles, poi alla Casa Bianca loda apertamente le riforme del nostro governo e invita gli italiani a votare "sì". "Renzi ha dimostrato di essere un leader - ha detto il numero uno della Casa Bianca - non potrei avere un amico migliore. Matteo rappresenta una nuova generazione di leader non solo in Italia, ma nell'Unione europea e nel mondo".

Il bilaterale tra i due leader spazia dalle politiche economiche per uscire dalla crisi all'emergenza immigrazione, dalla lotta al terrorismo alla guerra in Siria. Eppure quello che più interessa a Renzi, parlando dalla Casa Bianca, resta comunque il referendum costituzionale. "Se vincono i 'sì' per l'Italia sarà più facile la battaglia per cambiare l'Europa", spiega promettendo che si impegnerà in prima persona perché questo avvenga. "C'è un bisogno di grande investimento contro la burocrazia - incalza - abbiamo cambiato 63 governi in 70 anni ed è un dato incredibile, un cambio di governo quasi ogni anno. Se a dicembre vinceremo il referendum, per l'Italia le cose saranno più semplici". In caso di sconfitta, però, ci pensa Obama a invitarlo a restare a Palazzo Chigi "a prescindere dal risultato" perché "con le sue riforme ha mantenuto la parola" nei confronti dell'Unione europea.

Dopo aver incassato il sostegno alle riforme, Renzi rende il favore attaccando a testa bassa sia il presidente russo Valdimir Putin sia il candidato repubblicano Donald Trump. "Mentre qualcuno sceglie l'odio e la cultura dell'intolleranza - dice il premier - noi vogliamo scommettere sulla libertà, sulla nostra identità e i nostri valori". Dai toni sdolcinati in cui si è svolta la conferenza stampa, tutto lascia intendere che anche alla cena di Stato i due leader continueranno a farsi assist politici. Con Obama pronto a immischiarsi negli affari (costituzionali) italiani e Renzi ben contento di lasciarlo fare.

lunedì 17 ottobre 2016

Sulla povertà dilagante

Un'altra prova, semmai ce ne fosse bisogno che gli stranieri in italia stanno meglio degli stessi italiani. Certo, sono sempre notizie da prendere con le pinze visto che sono dati snocciolati dalla caritas, ma, sicuramente aumentano a far incazzare gli italiani con un pò di cervello. Perchè gli stranieri sono meno poveri degli italiani? Perchè lavorano? Perchè pagano le tasse? O più semplicemente perchè hanno sussidi, case popolari, asili nido, cure, pensioni e moltissimi altri servizi praticamente gratuiti? Gli italiani sono furbi, rubano, sono evasori, sono cattivi... e non meritano di essere presi in considerazione, allora, che vadano alla caritas invece di farsi aiutare da un governo che li odia.

sabato 15 ottobre 2016

La distruttiva Nato, la Russia e l'italia...


Soldati italiani al confine, l'ira di Mosca contro Renzi: "Politica distruttiva". L'annuncio della Nato: "Anche gli italiani schierati al confine con la Russia". L'ira della Russia: "Così costruisce nuove linee di divisione in Europa" di Sergio Rame

L'ira di Mosca è palpabile. L'ennesima provocazione della Nato non è stata presa bene dal presidente russo Vladimir Putin. Anche perché questa volta si sono schierati pure gli italiani che, fino a qualche anno fa, erano allineati con il Cremlino. Adesso, invece, il segretario della Nato Jens Stoltenberg fa sapere che nel 2018 un contingente di militari italiani sarà inviato al confine europeo con la Russia.

"La politica della Nato è distruttiva". È secco il commento rilasciato all'Agi dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo l'intervista di Stoltenberg alla Stampa. L'annuncio dell'invio di un contingente di soldati italiani al confine europeo con la Russia non poteva essere gradito da Mosca che, ormai da anni, si trova già a dover combattere con le sanzioni dell'Unione europea per il conflitto in Ucraina. Un conflitto che certamente Mosca non si è andata a cercare, ma in cui si è trovata invischiata dopo una dubbia rivoluzione. Il contingente italiano sarà formato da pochi soldati, una presenza "simbolica" in una forza "simbolica" da quattromila unità. Tuttavia, a detta di Stoltenberg, serve a dimostrare che "ci siamo e siamo uniti", che "abbiamo una difesa forte che garantisce la deterrenza", mentre "vogliamo tenere aperto il dialogo" con il Cremlino. "Sempre nel 2018 - aggiunge il norvegese - l'Italia sarà nazione guida nel Vjtf", la Task Force di azione ultrarapida, la "punta di lancia" in grado di intervenire in cinque giorni in caso di emergenza. Schierata, e non è un caso, sulla frontiera Est. Davanti a Putin che, ammette l'ex premier di Oslo, "ha dimostrato la volontà di usare la forza militare contro i vicini".

L'intervista è stata letta dal Cremlino come una provocazione senza precedenti. "Questa politica - tuona la Zakharova - non mira alla lotta contro minacce e sfide comuni, ma a un ulteriore allontanamento dei Paesi gli uni dagli altri". La portavoce della diplomazia di Mosca denuncia, inoltre, che "invece di sviluppare relazioni profonde e di buon vicinato, l'Alleanza è impegnata a costruire nuove linee di divisione in Europa".

Intervista al ministro della... difesa italiana.

venerdì 14 ottobre 2016

Chi accogliamo? Bisogna essere ciechi per non vedere...

Clandestini, arroganti, violenti, delinquenti di Nino Spirlì

Stufi! Siamo stufi, noi Italiani, di questa falsa e smielata fratellanza istituzionale nei confronti dei milioni di invasori senza dio, senza legge, senza rispetto, senza regole, senza punizioni esemplari. Clandestini invasori, occupano le nostre terre senza colpo ferire e ne diventano padroni spavaldi e arroganti col beneplacito della legge. Della nostra Legge. Tentano di farci sentire a disagio a casa nostra, sulle nostre piazze, per le nostre strade, nelle nostre chiese. Perfino nelle corsie dei nostri ospedali, nei viali silenziosi dei nostri cimiteri. Nelle aule scolastiche, negli uffici pubblici. Si appropriano anche dell’aria che respiriamo. Ci fottono le case se, poco poco, partendo per una vacanza o un ricovero in ospedale, non ne muriamo le porte e le finestre. Ci scippano l’assistenza pubblica, gli studi, gli alloggi popolari, il lavoro. Anche la povertà!

Già, la povertà! Un nero, uno zingaro, un siriano, un bengalese, un pakistano dominano i primi posti anche nella piramide della povertà, in Italia. Per cui, se sei senza casa, senza lavoro, senza famiglia, senza speranza, ma italiano, devi andare in fondo alla fila e aspettare che i finti poveri clandestini, furbacchioni e manigoldi, abbiano ricevuto tutto l’aiuto di cui dicono di aver bisogno. A te, al limite, arriverà una pacca sulla spalla, o una foto su un giornale (di Destra). Stufi, siamo. Stufi! Di questo maltrattamento che riceviamo quotidianamente, se, poco poco, ci azzardiamo a denunciare soprusi o, addirittura, violenze perpetrati da questa marmaglia senza mèta e senza futuro. Vagabondi e scansafatiche, ladri e stupratori, assassini e papponi mantenuti e coccolati in base alle regole di un codice di cui ci sfugge la civiltà. Una vergogna europea, sì, voluta da chissà quale gruppo di potere occulto, ma che sta entrandoci nelle carni, a noi Italiani, come fosse naturale. E naturale non è affatto.

Non è naturale che, dopo secoli di “culo”, di fatiche immani dei nostri antenati, arrivino questi gommoni carichi di nuovi saraceni, finti profughi che tornano per le vacanze nei loro Paesi appena fanno due soldi in casa nostra e a nostro danno, finti bisognosi con smartphone in tasca, ubriachi del sogno italiano rapito con le parabole televisive montate anche sui tetti di banano delle loro capanne di merda di vacca, e ci fottano, arroganti, il presente e il futuro. Non è naturale che i nostri giovani, professionisti serissimi con tanto di studi alti e preparazione invidiabile, siano costretti ad emigrare in Australia a raccogliere piselli o a Playa del Carmen a fare i camerieri nei villaggi vacanza o a Miami a dar via il culo come le puttane di Salon Kitty, mentre queste stivate di nuovi schiavi vengono scaricate nei nostri porti e insignite della legion d’onore per la traversata del Mediterraneo, garantite di tetto e pasto caldo e anche paghetta.

No, naturale non è, se ad un bracciante della Piana di Gioia Tauro viene preferito un immigrato al quale non si pagano contributi e salario decente. Non ci fossero loro, si lavorerebbe seriamente, legalmente, di più e meglio. Lo Stato, però, pur di venire bene in foto, fa finta di non sapere che il suo buonismo sta fortificando le mafie, che di  questo schiavismo 2.0 si ingrassano. L’Italia agonizza e i suoi medici giocano a dadi. Questa è l’immagine, triste e desolante, che si imprime come foto indelebile sulla carta geografica che rappresenta lo Stivale. Perché, mentre questo nostro Paese si scolora, i nostri amministratori ci giocano come posta durante una notte d’azzardo. E se taceremo, se non urleremo dal nostro letto di morenti, non avremo diritto nemmeno a una mano che ci chiuda gli occhi. L’educazione ed il quieto vivere ci annienteranno. Solamente il politicamente scorretto può, ancora, salvarci. La capacità di ribellarci e non consegnarci alle catene senza tentare una reazione.

Ora. O, forse, mai più. Fra me e me, mai domo!

A favore dell'islam, in silenzio...

La notizia dal facebook di Sherif El Sebaie: "L’Italia è pronta a riconoscere ufficialmente e regolare la presenza della religione islamica senza passare per la via maestra prevista dall’articolo 8 della Costituzione dell’intesa con la confessione religiosa (quella che regola i rapporti con la Chiesa cattolica e con gli altri culti ammessi). L’idea invece è quella di un semplice accordo con l’Ucoii, l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, che riconosca agli Imam aderenti lo status di "Ministri di culto". Gli imam riconosciuti come ministri di culto a quel punto potrebbero però opporre all’autorità giudiziaria e investigativa il segreto anche su fatti gravi e criminali appresi dalle confidenze di un loro fedele".

L’Italia sta per dare agli Imam il segreto confessionale di Franco Bechis

La bozza del testo di legge è pronta, e ha ricevuto già l’ok formale del prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno e del professore Paolo Naso, presidente del Consiglio per le relazioni con l’islam italiano costituito nello stesso Viminale. L’Italia è pronta a riconoscere ufficialmente e regolare la presenza della religione islamica senza passare per la via maestra prevista dall’articolo 8 della Costituzione dell’intesa con la confessione religiosa (quella che regola i rapporti con la Chiesa cattolica e con gli altri culti ammessi).

L’idea invece è quella di un semplice accordo con l’Ucoii, l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia oggi presieduta da Izzedin Elzir, che ad alcune condizioni riconoscerà tutti gli Imam aderenti lo status di ministri di culto. Al testo di legge oltre a Morcone e al consiglio per i rapporti con l’Islam italiano (dove siedono molti professori esperti della materia) avrebbe lavorato fornendo non pochi consigli anche l’ex ministro Andrea Riccardi, una delle figure più autorevoli della Comunità di Sant’Egidio che ha fondato la sua storia anche sul dialogo interreligioso.

Ad oggi ben pochi di quegli Imam dell’Ucoii potrebbero diventare ministri di culto, perché la condizione essenziale prevista dalla legge esistente e che abbiano già la cittadinanza italiana. Così il nuovo testo prevede di superare l’ostacolo, attraverso il loro riconoscimento anche dopo uno specifico corso di formazione che dovrebbe essere realizzato dagli stessi professori del Consiglio del Viminale e che verrebbe ciclicamente ripetuto. Il riconoscimento che trasformerebbe gli Imam in ministri di culto però sta spaccando sia la comunità islamica (che è insofferente a questi controlli e patenti di legittimità dello Stato italiano), che parte della magistratura e delle forze di polizia.

Queste ultime sono assai preoccupate di una concessione troppo generosa dello status di ministro di culto che farebbe rientrare tutti gli Imam conosciuti in quella sorta di immunità penale prevista dall’articolo 200 del codice di procedura penale per garantire il cosiddetto segreto di ufficio o segreto confessionale. Cosa significa? Gli imam riconosciuti come ministri di culto a quel punto potrebbero opporre all’autorità giudiziaria e investigativa il segreto anche su fatti gravi e criminali appresi dalle confidenze di un loro fedele. Di più: dovrebbero opporre quel segreto, perché la legge italiana protegge nello stesso codice all’articolo 622 quei fedeli che fanno le confidenze ai loro ministri di culto, perseguendo le rivelazioni da questi fatti sui contenuti di quei colloqui privati.Tradotto in pratica: nella loro funzione molti Imam dell’Ucoii hanno libero accesso alle carceri italiane per seguire i detenuti di fede musulmana, esattamente come accade ai sacerdoti con i detenuti cattolici.
Sui fatti appresi in quei colloqui, come su confessioni ricevute anche al di fuori di quegli ambienti, una volta riconosciuti come ministri di culto, gli Imam possono e anzi debbono mantenere il segreto. Perfino se un detenuto confessasse loro di essere a conoscenza della preparazione di un attentato. Al contrario gli altri islamici presenti in Italia erano contrari già alla bozza preparata dal professore Naso per l’eccesso di controllo nei confronti delle pratiche religiose musulmane che è previsto dal testo come merce di scambio per il riconoscimento degli Imam dell’Ucoii, e protestano per la presunta discriminazione “visto che per altre confessioni religiose tutto questo non è previsto”. La bozza di legge sui ministri di culto Morcone-Naso verrebbe poi unita a un rapido percorso parlamentare di un disegno di legge proposto da Stefano Dambruoso sulla radicalizzazione jihadista, di cui interessa la proposta di finanziare con 20 milioni di euro in due anni la formazione e l’aggiornamento dei professori di scuola italiani sul dialogo interreligioso.

lunedì 10 ottobre 2016

Domani...

Domani, il bimbominkia arriverà nelle Marche e visiterà il calzaturificio di Diego della Valle. Quale gioia! Quale gaudio! Certo, non si preoccupa di chi non ha lavoro. 

venerdì 7 ottobre 2016

La sostituzione etnica

Qualche giorno fa, sono usciti i dati dei giovani (anche laureati) che hanno dovuto andare a lavorare all'estero. Solo nel 2015, hanno lasciato l'ex bel paese in almeno 100 mila. Coi documenti in mano. E dal 2015, sono arrivati in italia (traghettati dal nostro governo che ha preso il posto degli scafisti), almeno 150 mila zombie. Senza documenti e senza qualifiche. Fate voi le conclusioni. Magari, se proprio la cosa non è chiara, vi indirizzo in un mio post, questo.

Eh, la deriva populista...

Conti e banche, commissario Ue Moscovici spiana strada a referendum: “Minaccia populista, sosteniamo Renzi”. In nome della lotta a presunti estremismi, l'Europa apre all'esecutivo italiano alla vigilia della prova di una legge di Stabilità che nelle premesse sarà a misura del referendum costituzionale. Via libera, con criterio, alla flessibilità per "la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio". Salgono anche le probabilità di una mano morbida su Mps: "Indulgenti? Direi piuttosto che saremo d'aiuto"

In Italia “c’è una minaccia populista. E’ per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all’interno dell’Ue”. Parola del commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, che ha rilasciato la dichiarazione nel corso di un’intervista a Bloomberg a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale. “Ho fiducia che l’Italia, come sempre, se la caverà e risolverà i suoi problemi con il nostro aiuto”, ha detto il commissario riferendosi ai problemi di bilancio e del sistema bancario della Penisola. Non si è scomposto quando l’intervistatrice ha alzato il tiro chiedendo se Bruxelles sarà così “indulgente” da fare in modo che i problemi delle banche italiane, con il rischio di bail in che nel caso Mps si fa sempre più concreto, vengano risolti prima del referendum,. “Non abbiamo bisogno di essere indulgenti – ha risposto – siamo sempre seri, ma dobbiamo anche capire e cercare di essere d’aiuto. Ecco, non direi indulgenti, direi essere d’aiuto”. Ma le regole possono essere cambiate, possono essere violate, obietta l’intervistatrice. E il commissario francese lima ancora: nessun bisogno di rompere le regole, ma piuttosto c’è la “flessibilità all’interno delle regole e questa Commissione cerca di essere intelligente all’interno della cornice di regole”.

Flessibilità, del resto, è stata la parola chiave dell’intervento di Moscovici all’Atlantic Council a margine dei lavori del Fmi. Qui il commissario non si è esposto sulle spine del sistema bancario italiano che oltre al caso MontePaschi, contano anche quello di Unicredit e delle quattro banche salvate un anno fa e ancora da vendere. Ha invece dato una grande apertura sui conti pubblici del Paese e sul tema della flessibilità di cui ha tanta fame il governo Renzi in fase di stesura della legge di Stabilità, specie alla vigilia di un referendum che politicamente mal si sposa con le misure che i conti del Paese richiederebbero. “Abbiamo detto chiaramente cosa è la flessibilità nel gennaio 2015. Dobbiamo incoraggiare i Paesi che creano molti investimenti, lo abbiamo fatto con l’Italia. Aiutare i Paesi che portano avanti riforme strutturali affinché possano avere più tempo, lo abbiamo fatto con l’Italia – ha dichiarato Moscovici -. Abbiamo detto che saremmo pronti a considerare spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio. Si tratta di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate. In generale un Paese deve rispettare i criteri e ridurre il debito, è il principale problema di Italia e Belgio”.

Questo, populismi a parte, perché secondo Moscovici “questa commissione non vuole sanzionare. Le sanzioni sono sempre un fallimento. Lo sarebbe per le regole perché dimostra che non funzionano, lo sarebbe per un Paese”. Il segnale, sostiene il commissario, “sarebbe stato un disastro su Spagna e Portogallo, avrebbe indicato un fallimento, che non stiamo costruendo fiducia”. Moscovici si è quindi detto orgoglioso di non aver punito Spagna e Portogallo. Non crediamo che le sanzioni vadano evitate se sono evitabili ma devono essere evitate se possiamo fare meglio”, ha aggiunto, Moscovici sostenendo che sanzionare è meglio avviare un dialogo e cercare un compromesso. Parole come il miele per il tandem Renzi – Padoan che si appresta a chiedere a Bruxelles nuovi spazi di bilancio nel Draft budgetary plan, il documento programmatico utilizzato da Bruxelles per esprimere il suo giudizio sulla manovra. Considerando le varie posizioni all’interno della Commissione, l’apertura non potrà probabilmente essere assoluta, ma l’Italia potrebbe godere di qualche decimale in più rispetto al 2,0% di deficit inserito nelle tabelle della Nota di aggiornamento al Def. Un compromesso che sembra ormai alle porte anche per le banche proprio mentre in Borsa il Monte dei Paschi, che dovrà presto chiedere 5 miliardi al mercato, continua a perdere valore: dopo l’ennesimo tonfo di giovedì 6 ottobre, il valore di mercato dell’istituto di credito senese di cui il Tesoro è il primo azionista, è scivolato sotto il mezzo miliardo, a circa 492 milioni di euro.

giovedì 6 ottobre 2016

Ah, le risorse!

Allora, nella cittadina dove vivo, ci sono circa 15 mila abitanti. Il prefetto ha fatto arrivare finora, una ventina di "poveri profughi" (io li chiamo giovani maschi neri clandestini), ne dovranno arrivare altri 40. La giunta comunale, metà PD e metà NCD, dice che non può sottrarsi a tale impegno. Non è vero. Le giunte comunali possono benissimo non accettare la decisione (unilaterale) del prefetto. Lo hanno già fatto parecchi piccoli paesini nei dintorni perchè non vogliono turbare la quiete pubblica dei residenti. Inoltre, sempre grazie al prefetto, ci sono state inviate anche un certo numero di famiglie rom alle quali, prontamente sono stati dati residenza e appartamenti (un appartamento, addirittura glielo sta affittando l'assessore (donna) alle politiche sociali, poi, però, lo stesso assessore, toglie l'assistenza ai bisognosi) nonostante le loro fedine penali sporche. Da quando sono arrivate queste famiglie, le telecamere non funzionano più e sono aumentati i furti nelle auto, nelle abitazioni e nei negozi. In questo momento, è facile incontrare per strada tanti giovani maschi neri, vestiti bene, con gli smartphone in mano e le cuffiette nelle orecchie che ciondolano per tutto il giorno. Inoltre, da macerata, esattamente dal seminario (che li ospita), giornalmente, con un pulmino, ne arrivano altrettanti e si posizionano davanti ai supermercati e chiedono soldi ai clienti. Le forze dell'ordine lo sanno, lo sanno i vigili, lo sa la cittadinanza ma resta tutto così. E se non sono in giro a chiedere soldi, fanno altro... (La foto è stata scattata da un ragazzo che lavora in ricevitoria e dice che c'è un via vai di questi qui)

 

La giunta comunale sta decidendo sul come impiegarli. Forse, come "volontari" (pagati circa 600 euro al mese) pubblici, togliendo la possibilità ai cittadini disoccupati del paese. E' un vero schifo. Per non parlare delle graduatorie delle case popolari e degli asili che vanno quasi esclusivamente ad altri extracomunitari.

mercoledì 5 ottobre 2016

L' odio del governo verso gli italiani

“Investi in Italia, gli stipendi sono bassi”, l’autogol della brochure del Governo. Una brochure ministeriale rivolta alle imprese straniere sottolinea che insediarsi in Italia è vantaggioso perché i laureati costano meno che in altri Paesi europei. Ma come? Vogliamo metterci a competere sul costo del lavoro? di Eleonora Voltolina

Il mercato del lavoro italiano ha bisogno di imprese straniere che aprano in Italia, creando posti di lavoro? Certamente sì.Per attirare queste imprese in Italia dobbiamo giocarci tutte le carte, evidenziando il più possibile i vantaggi che il nostro sistema Paese può offrire e sperando che riescano a controbilanciare tutti gli aspetti negativi che solitamente vengono associati all'Italia – dal costo dell'energia all'inefficienza della pubblica amministrazione (con annessa impenetrabilità della burocrazia), dalla lentezza della giustizia all'incertezza del diritto? Giusto, dobbiamo giocarci tutte le carte. O forse no. Non proprio tutte.

Magari, ecco, cercare di convincere le aziende straniere a venire ad insediarsi da noi magnificando il basso costo dei nostri cervelli, anche no. Citare tra i vantaggi competitivi il fatto che un laureato costi un quarto in meno rispetto ad altri Paesi europei, anche no. Sottolineare che i nostri salari sono bassissimi, anche per le persone con alto grado di scolarizzazione… Ehi, davvero vogliamo puntare su questo? Davvero vogliamo proporre il nostro come un Paese da terzo mondo, rincorrendo un modello di competitività indiano invece che puntare a modelli europei?
Perché é quello che appare in una brochure distribuita pochi giorni fa, all'evento di presentazione del piano nazionale Industria 4.0. Il presidente del consiglio Matteo Renzi sul palco a snocciolare i progetti per rilanciare l'economia, e in cartella stampa questa brochure dal titoloInvest in Italy”, sottotitolo “The right place, the right time for an extraordinary opportunity”. Si elencano le riforme “pro business” del mercato del lavoro, gli incentivi agli investimenti, i distretti industriali, il capitale umano e il talento…

Ecco, appunto: il capitale umano e il talento. «L'Italia offre un livello di retribuzione competitivo, che cresce meno che nel resto d'Europa, e una forza lavoro altamente qualificata». stage lavoroInsomma la brochure – peraltro, fatta bene nel complesso: chiara, esaustiva e ben impaginata, si vede che non ci ha messo le mani il ministero della Salute... – presenta come un dato positivo il fatto che in Italia abbiamo stipendi bassi. «Un ingegnere in Italia guadagna in media un salario di 38.500 euro, quando in altri paesi europei lo stesso profilo ne guadagna mediamente 48.800». Con tanto di grafici.

Anche perché c'è un vero e proprio paradosso: un governo che presenta all'estero come “vantaggio” un dato che all'interno, per i cittadini, é un dramma – e tra le prime cause della nuova emigrazione. Che i lavoratori italiani siano pagati troppo poco è un dato politicamente negativo, che chi governa deve impegnarsi a mutare attuando politiche che abbiano come obiettivo quello di dare a tutti, specialmente a chi ha un'alta formazione, opportunità di impiego più eque e dignitose dal punto di vista della retribuzione. Dato questo presupposto, “vendere” i bassi salari come fattore competitivo dell'Italia è ben poco sensato, se contemporaneamente si dovrebbe lavorare per farli salire! Qualcuno dirà: per portare a casa il risultato non si deve andare troppo per il sottile. Se qualche azienda, allettata anche dalla possibilità di poter pagare poco i dipendenti, sceglierà di stabilirsi in Italia, noi ci avremo guadagnato posti di lavoro – tanti disoccupati, pure gli ingegneri, avranno contratti e stipendi, e pazienza se sono più bassi che nel resto d'Europa e crescono pure di meno. Dunque tutti contenti.

Io capisco questa visione “utilitaristica”. Giuro, comprendo il ragionamento. Ma il costo del lavoro non è un fattore di competitività! Se così fosse, la Svizzera sarebbe ultima nel panorama mondiale – invece è ai primi posti. La battaglia sul costo del lavoro non è solo una battaglia ingiusta, è sopratutto una battaglia persa: un ingegnere indiano costa e continuerà a lungo a costare un decimo di uno italiano. Non è quello il punto. La riforma del lavoro che sosteniamo serve a permettere alle aziende di fronteggiare con maggiori strumenti le variazioni ormai vertiginose del mercato, per permettere loro di fare investimenti che un domani non le affondino, per aiutarle a rischiare di più in innovazione. Il costo del lavoro non è e non potrà mai essere un nostro asset, perché attrae aziende che non investono in innovazione.

Lavoriamo invece tutti insieme per valorizzare l'università e la ricerca, riformare la fiscalità in modo che sia chiara e semplice, lavoriamo sui costi dell'energia e sulle infrastrutture, prevediamo incentivi intelligenti rivolti alle aziende straniere che scelgano di stabilirsi da noi. Questa è la chiave per convincerle a venire in Italia. Che il fine giustifichi i mezzi non mi è, francamente, mai andato giù. Ora arriviamo al punto di fare brochure dicendo “Venite in Italia, i nostri ingegneri sono bravissimi e costano poco”: perdonatemi, ma siamo proprio fuori strada.