martedì 21 maggio 2013

Si, si, certo, come no

Un commento: "Come era facile intuire, ecco che la difesa (incredibile che possa pure essercene una, per un delinquente simile...) cerca di farlo passare per un infermo di mente, diagnosi che gli permetterebbe di avere una pena sicuramente meno pesante di quella che gli spetterebbe per gli efferati delitti commessi. La pazzia invece e' stata di quelli che gli hanno permesso di restare qua, visto che aveva gia' dato chiari segni di insofferenza e di incapacita' a seguire le regole della nostra legge, che purtroppo ormai mostra molta piu' comprensione per certi soggetti che non per chi la infrange in maniera molto piu' blanda. Io sarei per imbarcarlo di nuovo, ma su una barchetta lasciata nei paraggi delle coste da dove e' arrivato..."


Sono passati dieci giorni da quando, quell'11 maggio all'alba, il ghanese Mada Kabobo uscì per strada e diede sfogo ad una lucida follia: colpendo a picconate cinque persone, tre delle quali rimaste uccise. Sull'episodio, molto discusso, ancora si spacca l'opinione pubblica: colpa dell'immigrazione clandestina. Kabobo, interrogato dagli uomini del Nucleo radiomobile di Milano, subito dopo la strage si giustificò così: "Quando fumo droga e bevo alcol le voci che sento nella mia testa sono molto più forti, molto più nitide e mi dicono cosa devo fare". Da qui la teoria che, il ghanese, non fosse pienamente lucido nel compiere il massacro. A sconfessare la testimonianza dell'omicida però i risultati negativi degli esami tossicologici: nessun stupefacente era presente nel suo sangue. Oggi dalla documentazione medica trasmessa dalla casa circondariale di Milano e in seguito alle dichiarazioni di Kabobo durante l'interrogatorio emerge invece che l'imputato porti "Segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale": così, per lo meno, illustra il pm milanese Isidoro Palma che ha richiesto una perizia psichiatrica per il 31enne. Ora si attende il responso del gip Andrea Ghinetti che deciderà se concedere, o meno, l'esame psichico.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Come per il Tartaglia che lanciò la statuetta del Duomo contro Berlusconi, ecco che spunta "l'infermità mentale" che ci costringerebbe ad ospitare a pagamento, servito e riverito, anche quel Kabobo, lasciandolo libero dopo qualche parvenza di "cura" invece di eliminare alla radice il problema sottoponendolo ad una cura che rimuova definitivamente e senza appello il pericolo per i cittadini onesti.

Josh ha detto...

qui serve una guerra di liberazione...quella vera, da extra e da comunisti e mondialisti vari che ce li hanno portati