giovedì 9 maggio 2013

La task force dell'imbecillità


Non bastava una tedesca a spiegarci quel che dobbiamo fare in economia e così ce ne hanno affibbiato un’altra. il neo ministro Josefa Idem vuole creare una Task Force per fare un intervento legislativo sul ”Femminicidio”. Bisogna essere mortalmente stupidi per accettare l’idea di fare una nuova legge sull’omicidio distinguendo tra l’uccisione di un uomo e quello di una donna, considerando quindi non uguali gli esseri umani e più sanzionabile l’omicidio di una femmina. Intanto perché numerosi tra gli assassini che hanno infierito su donne, mostrano – anche in foto – elementi evidenti di disturbo mentale. E anche chi non mostra segni di palese anomalia, di certo non ha tutti i venerdì. Secondo poi, perché l’omicidio di una donna è un fenomeno non significativo dal punto di vista quantitativo: Vittorio Feltri in un bell’articolo pubblicato oggi, fa notare che su tremila omicidi annui solo trecento riguardano donne.

Si tratta certo un reato particolarmente odioso, ma non può essere considerato un fenomeno crescente e, sopratutto, dai tempi di Alessandro Manzoni (e del suo patrigno Cesare Beccaria) mi sembrava ormai dimostrato che l’inasprimento delle pene non provoca una diminuzione dei reati. La vera differenza che crea l’allarme sociale rispetto a un ”normale” omicidio, consiste nel fatto che si è spesso trattato di un omicidio annunziato. Il modo per fermare questo aberrante fenomeno è semplice ed efficace e non richiede interventi legislativi, bensì amministrativi. Con una circolare di servizio il ministro dell’interno Angelino Alfano, può avvertire tutti i funzionari di polizia – carabinieri inclusi – che qualora si verificasse un caso di omicidio annunziato nel loro territorio, il questore della città, il dirigente del commissariato e il comandante provinciale dei Carabinieri dovranno essere, automaticamente e in giornata (dal magistrato di turno?), rimossi dall’incarico e licenziati – per giusta causa – dall’Amministrazione centrale da cui dipendono entro trenta giorni dall’accertamento del delitto. In caso di inadempienza alla disposizione di cui sopra, il licenziamento d’ufficio colpisce anche il Prefetto e/o il comandante regionale dei Carabinieri. Analoga sanzione colpisca anche il dirigente di commissariato o il sottufficiale di servizio di una stazione o una tenenza (o della GDF che comunque dipende anche dal Ministro dell’interno) che rifiuti di accogliere l’esposto di una cittadina che si sentisse minacciata.

Il reato esiste e si chiama abuso d’ufficio (un tempo si chiamava omissione di atti d’ufficio, poi inglobato). Con la stessa circolare, il ministro autorizzerà i funzionari a sguarnire postazioni fisse (da anni) di guardia o sospendere un servizio esterno o amministrativo per dare protezione semi permanente (accompagnare al lavoro e riaccompagnare a casa come hanno fatto a Befera/equitalia) alla persona minacciata, autorizzandolo a viaggiare nell’auto della persona da proteggere. Il dirigente potrà altresì chiedere con urgenza il rimpiazzo di organico direttamente al servizio scorte competente per territorio che invierà un militare addestrato, se necessario prelevandolo da una scorta più numerosa (alcune scorte sono composte da tre e più uomini). Vorrà dire che per qualche giorno la Finocchiaro (o la Pivetti come ex presidente della Camera) il carrello della spesa se lo porterà da sola. E non vengano a dire che devono mantenere le scorte per via del caso Preiti , perché non ci caschiamo e potremmo ficcare il naso nell’inchiesta. Cara la mia Josefa, ecco un compito non costoso da perseguire in tema di uguaglianza dei cittadini. La scorta venga data ai più minacciati e deboli, non ai più importanti.

Poi un post scriptum per il ministro: esiste un indirizzo internet http://www.freeguns.biz in cui si può acquistare una pistola senza numeri di serie e senza verifiche (insegna a farla) che c. aspettano ad oscurarlo?

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