lunedì 13 maggio 2013

Immigrazione


Mada Kabobo che ha usato il suo piccone insanguinato nella mattanza a Milano, Ablaye Ndoye che ha massacrato una ragazza a Castagneto soffocandola nel suo stesso sangue, l’altro uomo che alle nove di sera una settimana fa ha aggredito una studentessa alla stazione di Bologna, e giù indietro nelle cronache dei furti, delle violenze, dello spaccio di droga, degli omicidi, hanno tutti una caratteristica comune che nessun buonismo, nessuna sentenza, nessun predicozzo che metta sullo stesso piano vittime e carnefici uccidendo così le vittime una seconda volta potranno cancellare: erano in Italia illegalmente, erano stati fermati, identificati, condannati all’espulsione anche più di una volta, ma qui erano rimasti circolando indisturbati e impuniti, finché non hanno massacrato. Io non sosterrò mai che le uscite del neo ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, o le prediche del neo presidente della Camera, Laura Boldrini, siano fonte di istigazione, non le accuso, né loro né i dolenti poeti della domenica alla Nichi Vendola, di essere mandanti di queste morti; dico però che queste persone hanno potuto uccidere perché le richieste inopportune di cambiare le leggi da parte di alcuni politici e il boicottaggio delle leggi esistenti e necessarie da parte dei giudici, lo rendono possibile, addirittura lo agevolano. Alla luce di vicende gravissime come quella di Milano sarebbe necessario che il governo di larghe intese e il premier Enrico Letta dicessero con chiarezza cristallina che non è opportuno, non solo che non è urgente, abolire il reato di immigrazione illegale, e che lo ius soli è un argomento troppo serio e complesso per affrontarlo nei talk show in tv. Un clandestino è un clandestino, non un migrante, non c’è niente di romantico né di meramente solidale; un clandestino arriva senza autorizzazione, senza un lavoro, senza un progetto, senza speranze; un clandestino finisce col delinquere anche solo per sopravvivere: farlo restare con un pretesto di legge, interpretando creativamente le norme, boicottando le nostre leggi solo per ragioni politiche, attaccandosi pretestuosamente a direttive europee, come fanno numerosi magistrati, è incosciente e pericoloso. Attirare nuove masse abolendo i controlli all’ingresso e promuovendo un indiscriminato diritto di nascita e cittadinanza è suicida. Tra le sciocchezze politically correct che circolano in questi giorni una vuole che gli italiani sarebbero entusiasticamente a favore. Balle, per una volta tocca essere d’accordo con Grillo, fate un referendum e vedrete che cosa rispondono gli italiani!

Infine, gentile presidente del Consiglio, davvero si sentiva l’esigenza in un governo ristretto, tanto da accorpare come pacchi donne, giovani e sport, di una furbata come la nomina di un ministro dell’Integrazione? Qua c’è già abbastanza disintegrazione interna. Mada Kabobo, 31 anni, è un ghanese irregolare e con precedenti. Era stato segnalato nel 2011, in Puglia, gli era stata intimata l’espulsione. Sarebbe stato identificato durante un normale controllo circa un mese fa anche a Milano. I precedenti penali a suo carico sono per furto e resistenza. Ma Kabobo ha fatto richiesta di asilo politico e ottiene, nel 2012, per questo motivo un permesso di soggiorno temporaneo, previsto dalla legge. La commissione incaricata di valutare la sua posizione respinge in seguito la sua domanda e da quel momento scade anche il suo permesso di soggiorno. Kabobo, però fa ricorso contro la decisione in tribunale e di conseguenza, per «motivi di giustizia», pur non essendo in regola sul territorio italiano non può essere allontanato prima della definizione giuridica della sua vicenda. Analoga è la storia dell senegalese Ablaye Ndoye: condannato per furti e violenze, aveva chiesto asilo politico, provvidenziale pretesto per restare, non era stato mandato nell’apposito centro perché non c’era posto, sic, e quindi era libero; dallo scorso marzo, dopo che l’asilo gli era stato negato, era scomparso, si fa per dire, visto che nel paese lo conoscevano tutti e che viveva con la comunità senegalese, non apprezzato, si dichiara ora, ma tollerato, e certo non denunciato a norma di legge. Ora, secondo Laura Boldrini, che aborre il termine clandestino tanto da chiedere ai giornalisti di non usarlo invocando la Carta di Roma e secondo il ministro Cecile Kyenge, che non molto tempo fa ha ottenuto di far uscire da un centro di espulsione due romeni poi arrestati per rapina, qualsiasi immigrato che riesca a entrare in Italia dovrebbe essere libero di restarci, e qualsiasi immigrata che riesca a entrare in Italia in stato di gravidanza, libera di restare, dovrebbe partorire un cittadino che diventi automaticamente italiano. Loro sono fatte così, speriamo che la mattanza di Milano faccia rinsavire gli altri.

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